La finta democrazia del pallottoliere

La finta democrazia del pallottoliere

C onsiglio di guardare su Youtube le prodezze del Parlamento britannico e del suo chairman, che non è esattamente come un nostro presidente della Camera, John Bercow che incarna ciò che per noi è diventato incomprensibile: la fierezza spavalda del Parlamento, l'orgoglio patriottico della democrazia parlamentare. Noi l'abbiamo solo perso, o non l'abbiamo mai avuto? Da noi la democrazia è stata linciata, «girotondata», e ora si comincia ad amputarla per numeri. Nel Paese in cui la democrazia parlamentare è stata inventata e ne ha ancora il brevetto, il Regno Unito, ogni eletto non è «un impiegato» ma un sovrano. Ciascuno, come ha ricordato John Bercow ai suoi colleghi della Camera dei Comuni, è un «representative»: cioè da solo rappresenta tutto il popolo senza rispondere ad altri che al proprio elettorato, e soltanto quando si voterà di nuovo. Un altro mondo, che si chiama democrazia, che da noi non ha mai attecchito. In Italia, lo spirito della democrazia sembra morto e sepolto e quindi si fa finta che ridurre il numero dei rappresentanti frutti un risparmio di circa 50 milioni l'anno, con cui far festa. Balle. La sola Camera ha nel suo forziere un tesoretto di oltre 300 milioni, caso mai si dovesse chiamare l'idraulico.

Vittorio Sgarbi ha gridato allo stupro del Parlamento, ma non importa a nessuno. E allora, coraggio, facciamo il passo successivo: aboliamo tutti i parlamentari e al loro posto mettiamo un pallottoliere dove ogni eletto è una pallina. Obbediente, inanimato, non consuma e obbedisce sempre.

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