S e almeno la piantassimo di archiviare ruffianamente i fatti della vita nei faldoni banalotti e grezzi della destra e della sinistra. Siamo cresciuti con questo conformismo facilone, a partire dalla Lambretta (sinistra) e dalla Vespa (destra), da De Andrè (sinistra) e da Battisti (destra), dalla carne (destra) e dalla verdura (sinistra), ci siamo abituati a schematizzare comodamente tutto quanto: ma davvero sarebbe il caso di finirla, una buona volta.
La bontà e la cattiveria? Via, è solare: la bontà è di sinistra e la cattiveria è di destra. Non sta scritto da nessuna parte, ma è vietato discuterne. Un dogma. Però bisognerà almeno che qualche sacerdotessa spieghi come definire l'ultimo commento via Twitter (nuova arma di distruzione di massa) della buonissima Luxuria, già parlamentare rifondarola, già attrice, già uomo, ora in prima linea a difesa delle adozioni nelle coppie gay. Travolta da incontenibile euforia per l'ultima sentenza che assegna solennemente la creatura a due mamme, la Giovanna d'Arco del pianeta transgender ha reagito con fulminea tempestività alla campagna sostenuta in prima persona da Giorgia Meloni, assieme ai suoi Fratelli d'Italia, proprio contro la nuova frontiera della famiglia artificiale, consacrata per sentenza. Digitando il tweet , questa la cosa più elegante e rispettosa uscita dal cuore: «Spero che nessun bambino venga abbandonato da un padre a 12 anni come è successo alla vostra Giorgia Meloni». Alla nobiltà del ragionamento è mancata soltanto la colonna sonora di uno sciacquone. Poi l'Italia avrebbe avuto un nuovo quadro idilliaco del cosiddetto civile confronto politico.
Chiaramente non è più una questione di destra e di sinistra. È una questione di bassezze e di volgarità. Anche se indiscutibilmente di sinistra, Luxuria non esita a mortificare la rivale ricorrendo al colpo più basso, come va considerato mettere in piazza un passato doloroso e pesante, un passato che la Meloni ha davvero vissuto sulla propria pelle, con tutte le ferite e la fatiche del caso.
Quanta umanità, signora Luxuria. Per una vita ci ha raccontato i drammi del passato suo, quando nell'Italia retrograda della provincia estrema la situazione intima di ragazzo che si sentiva ragazza passava attraverso l'inferno della vergogna, dell'emarginazione, della derisione, finendo persino alla prostituzione. Una parabola reale che può suscitare solo comprensione e solidarietà, che comunque mai e poi mai dovrebbe diventare materia di umiliazione e di mortificazione personale. Meglio: lo diventa, lo diventa spesso, ma solo nelle cloache di certi social network , dove il peggio vomita il peggio, oppure nei ragionamenti cretini e disturbati dei moderni trogloditi.
Ma proprio lei, che ha visto e subito di tutto, che sostiene un passato per niente facile, non esita a zittire la Meloni con il becerume di quelle parole. Inutile star qui a immaginare che razza di indignazione corale ci starebbe assordando se la stessa frase avesse fatto percorso inverso, partendo dalla Meloni per zittire Luxuria. Non è più il caso, l'operazione ha davvero stancato, rimarcare ogni volta l'idiozia meschina di questo buonismo a targhe alterne, a due pesi e due misure, questo costume tutto nostro per cui se certe cose le dicono certi sono disgustose, mentre se le dicono certi altri devono comunque passare tranquillamente, perché cariche di profondi significati e di nobili giustificazioni. Dovremmo buttarlo a mare, prima o poi, questo ciarpame settario, che ci fa guardare la realtà con i filtri colorati della nostra piccola appartenenza. Dovremmo tutti, da tutte le parti, fare un decisivo salto di qualità, per arrivare a una visione della realtà il più possibile sensata, libera, serena. Utopie.
La Meloni si limita da parte sua a una risposta ferma e laconica: «So bene quanto crescere senza padre o madre sia terribile. Ma usare le vicende personali per attaccare politicamente è schifoso». Non una parola di più, non una di meno. Quanto basta. Nessuna scusa invece, almeno ad oggi, da parte di Luxuria. Tanto meno risultano dichiarazioni di sincera solidarietà - alla Meloni, non a Luxuria - dal versante illuminato. Silenzio scontato.
La Meloni sta oltre la staccionata, nel settore sbagliato, cattiverie e porcherie se le merita comunque. Impegnati come sono nel comodo e vanitoso esercizio di essere buoni a modo loro, come conviene, come si addice, certi ambienti scansano sempre l'impegno più gravoso: essere giusti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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