Il ministero dell'Economia ha annunciato che è in corso la redazione del provvedimento che differirà il termine del primo marzo per il pagamento delle rate della rottamazione-ter e del «saldo e stralcio». Il termine riguarda le rate del 2020 ancora non versate cui si aggiunge la prima rata del 2021 della rottamazione-ter.
Si tratta con tutta evidenza di un provvedimento che il centrodestra nel suo complesso andava chiedendo da tempo. Già ai tempi del Conte 2 Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia chiedevano un alleggerimento fiscale per imprese, partite Iva e in genere per tutte le aziende che avevano dovuto rallentare (e spesso anche fermare) l'attività durante il lockdown.
Il provvedimento è l'attuazione di un emendamento firmato dai deputati azzurri Mauro D'Attis e Stefania Prestigiacomo e approvato dall'Aula di Montecitorio nei giorni scorsi. «Il governo sta dando seguito alle richieste di Forza Italia - commenta D'Attis -. Finalmente, un esecutivo che attua con solerzia le indicazioni del Parlamento e di una compagine politica, come la nostra, che più di ogni altra sta portando avanti delle battaglie di civiltà per lenire le ferite di coloro che stanno subendo le conseguenze drammatiche della crisi economico e sociale causata dalla pandemia da Covid-19».
«È un'ottima notizia, per le famiglie e per le imprese, tante delle quali in grave difficoltà a causa della crisi economica scatenata dal Covid», conferma Roberto Occhiuto, nuovo capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, dopo la nomina della Gelmini a ministro per i Rapporti con le Regioni. «Forza Italia - prosegue Occhiuto - ha deciso convintamente di sostenere l'esecutivo Draghi proprio per supportare simili provvedimenti. Un fisco amico e non vampiro, e una generale riforma del sistema fiscale sono da sempre la nostra stella polare. Avanti in questa direzione, per il bene del Paese e dei nostri concittadini». «Da tempo - aggiunge la senatrice Licia Ronzulli - diciamo che per affrontare le conseguenze economiche della pandemia bisogna mettere soldi nelle tasche di famiglie e imprese e non toglierli. Dinanzi alle chiusure e alle limitazioni che hanno ridotto drasticamente lavoro e guadagni non sarebbe stato accettabile chiedere soldi a chi non incassa». Si dovrà, poi, aprire presto un fronte sui ristori («meglio sarebbe dire risarcimenti» suggerisce il coordinatore nazionale azzurro Antonio Tajani) per le aziende e le imprese bloccate dai nuovi lockdown. «È questa la vera discontinuità che gli italiani si aspettano» spiega Anna Maria Bernini, capogruppo azzurro in Senato.
Tra le misure allo studio del governo ce n'è una che è in linea con le richieste di Forza Italia: il «saldo e stralcio» per le cartelle inferiori ai 5mila euro. L'opzione, sul tavolo dell'esecutivo, consentirebbe di regolarizzare alcune posizioni a chi è in condizioni di farlo e contemporaneamente assicurare risorse dovute alla riscossione.
Allo studio anche una pulizia del magazzino delle cartelle inesigibili pre-2015. Si tratta di una montagna di crediti pari a circa 400 miliardi di euro che non può più essere riscossa perché dovuti da soggetti deceduti o falliti; mentre è in bilico il nuovo stop alla notifica delle cartelle esattoriali: congelato a più riprese l'invio di oltre 5 milioni di atti di riscossione potrebbe ripartire ma con una dilazione dei tempi nell'arco dei due anni bloccando i termini di prescrizione.
Intanto prende forma lo schema per i nuovi risarcimenti alle attività colpite dalle restrizioni per la seconda ondata del Covid: gli aiuti questa volta non dovrebbero basarsi sui codici Ateco (come chiesto da tutto il centrodestra) ma essere selettivi per le attività che nel 2020 hanno subito perdite pari ad almeno il 33% rispetto all'anno precedente.
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