La giustizia entra a Palazzo ed è subito scontro. Duro botta e risposta tra il senatore M5s Elio Lannutti e il vice presidente del Senato Roberto Calderoli, dopo l'audizione del premier Conte, e dei ministri Speranza e Lamorgese, con il procuratore aggiunto di Bergamo Maria Cristina Rota sulla mancata istituzione della zona rossa a Nembro e Alzano Lombardo. Lannutti, non nuovo a sparate ad effetto negli ultimi anni, attacca via social network: «Sbaglio, o si tratta della stessa Pm che ha già emesso sentenza assolutoria in Tv per Fontana? In un paese normale, con una giustizia e un Csm normali, l'esatto contrario di quanto acclarato col Sistema Palamara, con incarichi spartiti e pilotati ai vertici delle procure, giudizi ad hoc a misura di potentati, la signora Pm, invece di indagare su Conte, sarebbe già indagata». Durissima la replica di Calderoli: «Il primo comandamento recita Non nominare il nome di Dio invano. Forse qualcuno come secondo comandamento vorrebbe mettere non nominare il nome di Conte invano o peggio ancora non interrogarlo. Questi dovrebbero essere i nuovi dieci comandamenti penta stellati», ha detto Calderoli che ha aggiunto: «È bastato che il procuratore di Bergamo, Maria Cristina Rota, per accertare la verità sulla mancata istituzione della zona rossa in Val Seriana, decidesse in maniera corretta e legittima di ascoltare tutti i soggetti istituzionali informati dei fatti, e sottolineo tutti, per finire lei stessa nel mirino della furia grillina.
Il Csm dovrebbe davvero intervenire come invocato dal senatore grillino Lannutti, ma dovrebbe intervenire per difendere e tutelare il pm Rota che invece Lannutti vorrebbe indagare. Siamo davvero alla follia pentastellata».
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