Razzista, stupratore, infine colpevole di inquinamento. Indro Montanelli gode di grande fama tra gli attivisti della propaganda a gettone, la sua memoria è sempre viva nelle azioni dei vari gruppi di protesta. La statua del giornalista, collocata nei Giardini Pubblici di via Palestro a Milano, è facile bersaglio non soltanto dei piccioni, quelli manifestano in modo indecente ma senza manifesti ma da esibizioni di bipedi, umani di vario e avariato tipo.
I militanti di Extinction Rebellion hanno avvolto con un nastro giallonero, il monumento di Montanelli, incollando al basamento un cartello «Nell'aria che stai respirando sono stati rilevati inquinanti oltre la soglia di sicurezza per la salute umana. L'area del parco, così come l'intera pianura padana - scrivono in una nota in cui annunciano il blitz - viene definita pericolosa per la salute umana dalla comunità scientifica, soprattutto per anziani e bambini. Indro Montanelli è il simbolo di un passato, ma anche di un presente, costruito sul mito della crescita infinita, dello sfruttamento di territori, persone e risorse. Per questo abbiamo scelto questo monumento, per denunciare la miopia del Governo italiano e regionale rispetto alla crisi ecoclimatica e all'inquinamento atmosferico».
Il grande di Fucecchio voleva cambiare il giornalismo ma non poteva immaginare di poter cambiare il clima anche se in verità, un suo suggerimento agli elettori fu quello di turarsi il naso e votare Democrazia cristiana, così impedendo che al governo finissero i comunisti. Fu uno dei suoi errori: se avesse optato per la parte opposta sarebbe diventato simbolo positivo e anche l'aria delle salamelle, al festival dell'Unità, sarebbe stata ritenuta salubre. Si va di provocazioni, per cercare un timido pareggio contro le squadracce, così vanno definite, use ad imbrattare opere d'arte e statue. Quella di Montanelli è sopravvissuta all'azione de I Sentinelli, movimento di laici e antifascisti che nove anni fa scrissero una lettera al sindaco Sala chiedendo la rimozione del monumento perché: «...Montanelli fino alla fine dei suoi giorni ha rivendicato con orgoglio di avere comprato e sposato una bambina eritrea di dodici anni, perché gli facesse da schiava sessuale. Noi riteniamo che sia ora di dire basta a questa offesa alla città». Due anni prima, sotto al cappello venne ritrovato un finto ordigno e la scultura fu macchiata da vernice rossa.
E l'8 marzo del 2019, le attiviste del gruppo femminista «Non Una di Meno» usarono una vernice lavabile di colore rosa per «una doverosa azione di riscatto». Ieri, nell'anniversario della morte, gli Extinction Rebellion hanno riportato grandiosamente in vita Indro Montanelli.
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