Un pacchetto tv prodotto ad hoc da Kiev per i media occidentali: questo, secondo il ministero della Difesa russo, è stato il filmato di Bucha, in aperto contrasto con la versione ucraina che viene smontata punto su punto.
Mosca non si ferma ai titoli, ma aggiunge anche dei dettagli logistici a supporto della sua tesi. Le truppe russe si sono ritirate dalla città di Bucha lo scorso 30 marzo, precisa: «Vorremmo sottolineare che tutte le unità militari russe si sono completamente ritirate il giorno dopo il round di colloqui faccia a faccia tra Russia e Ucraina in Turchia. I residenti si sono spostati liberamente per la città e hanno usato i loro telefoni cellulari mentre la città era sotto il controllo delle truppe russe e anche dopo il loro ritiro». Come dire che la mano insanguinata da ricercare è un'altra, smentendo dunque la vulgata che vuole la paternità russa sui crimini di guerra perpetrati, perché sarebbero stati i media occidentali di aver «prodotto» le immagini dei morti. Una provocazione, la definisce il Cremlino, sottolineando che nel periodo in cui Bucha era sotto il controllo delle forze armate russe, nessun residente locale ha subito azioni violente.
La narrazione russa è ricca di particolari: racconta che tutti i corpi delle persone le cui immagini sono state pubblicate, «dopo almeno quattro giorni, non si sono irrigiditi, non avevano le caratteristiche macchie da cadavere e c'era sangue che non si coagulava nelle ferite su di loro».
L'excusatio apparsa sulla stampa russa parte dal 24 febbraio, quando è stata lanciata un'operazione militare speciale per smilitarizzare e denazificare l'Ucraina, osservando che «le Forze armate colpiscono solo le infrastrutture militari e le truppe ucraine». Il loro obiettivo era il Donbass, non altro. Inoltre Mosca annuncia di aver consegnato 452 tonnellate di carico umanitario nella regione di Kiev.
Ed ecco l'accusa: il presunto genocidio Bucha? Si tratta niente altro che di fake news di ucraini e dei media occidentali, visto che la cittadina è stata bombardata dagli ucraini quando era ancora controllata dai russi.
Fatti che, secondo il ministero della Difesa russo, fanno accostare Bucha all'altro caso inquietante, ovvero quello dell'ospedale pediatrico di Mariupol, che lo scorso 20 marzo era stato bombardato: anche in quel caso tutti accusarono la Russia, rea di aver deliberatamente attaccato le unità sanitarie ucraine, ma Mosca respinse le accuse, anzi, sostenne che le forze armate ucraine usavano quei siti come scudi per le attività militari. Infatti l'ambasciata russa in Israele diffuse un video in cui si vedeva un battaglione ucraino operativo vicino all'ospedale. Di lì un'altra narrazione, che secondo Mosca faceva ricondurre il tutto alla volontà di spargere fake news.
Intanto il capo dei negoziatori Vladimir Medinski ha preso le distanze dal suo omologo ucraino David Arakhamia, osservando che c'è «molto lavoro da fare per raggiungere un accordo» che sia propedeutico ad un incontro tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky. Arakhamia aveva espresso ottimismo sul possibile vertice ma il russo ha spento i suoi entusiasmi.
Nelle stesse ore il patriarca russo Kirill, capo della Chiesa ortodossa, ha officiato nella cattedrale delle forze armate a Kubinka una funzione domenicale per i
soldati russi e ha chiesto loro di difendere il loro Paese «come solo la Russia può fare». E ha benedetto i presenti dicendo: «Non ci sforziamo assolutamente per la guerra o per fare qualcosa che possa danneggiare gli altri».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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