Per la prima volta nella storia della Chiesa, un'Enciclica viene bollata fuori dal territorio vaticano. Accade oggi, con Papa Francesco, che ad Assisi metterà il sigillo sulla sua terza Enciclica, dal titolo Fratelli tutti. Il legame tra Bergoglio e San Francesco è ormai ineludibile: oggi nella cittadina umbra il Pontefice effettua il suo primo viaggio post-Covid per una Lettera rivolta al mondo intero e dedicata al tema della fratellanza e dell'amicizia sociale. E proprio l'incipit dell'Enciclica, che sarà resa nota domani a mezzogiorno, dopo la recita dell'Angelus, prende spunto dalla sesta ammonizione di San Francesco («Guardiamo con attenzione, fratelli tutti, il buon pastore che per salvare le sue pecore sostenne la passione della croce»).
Quella di oggi è una visita dalle «prime volte»: il Papa, infatti, celebra la solenne messa presso la tomba di San Francesco, nella cripta della Basilica Inferiore. Non era mai successo. E proprio ai piedi delle spoglie del santo poverello, firma l'Enciclica che a quanto si apprende è molto corposa (oltre 250 pagine), scritta in questo anno di pandemia e che si presenta già come un manifesto programmatico sulla «guarigione del mondo», a cinque anni dall'Enciclica Laudato si'. I temi dell'amicizia e della fratellanza, con passaggi chiave anche sulle ferite dell'uomo di oggi, sui temi dei migranti e dell'accoglienza, dell'universalità e del superamento della contrapposizione tra amico e nemico, tra bianco e nero. Il messaggio che ne emerge è un invito ad abbattere i muri e a costruire la fraternità.
Un'Enciclica che «invita a scoprire l'altro come fratello» e che rappresenterà «una bussola per l'uomo smarrito», in un momento difficile anche per la Chiesa - tra pandemia, crisi climatica, tensioni sociali ed economiche. Non mancano numerosi richiami alla dichiarazione firmata ad Abu Dhabi, nel 2019, sulla «pace mondiale e la convivenza comune», la salvaguardia del creato, l'attenzione agli ultimi, la condanna dell'integralismo e dei «sistemi di guadagno smodato» e delle «tendenze ideologiche odiose», dei movimenti terroristici, della guerra in nome della religione, della corsa agli armamenti. Fratelli tutti è un invito alla fratellanza anche tra le differenti fedi.
Non è mancata qualche critica sul termine al maschile, «fratelli», utilizzato dal Papa nel titolo. Secondo alcuni è da considerarsi poco inclusiva perché non terrebbe conto delle donne. Ad Assisi il portavoce del sacro convento, padre Enzo Fortunato, consegnerà al Papa il suo ultimo volume, La tunica e la tonaca (Mondadori Editore). Un volume che «interroga l'uomo contemporaneo sulla dittatura dell'apparenza», sull'essere e sull'apparire. Una ricerca su due abiti di Gesù (tuniche) in Francia e Germania, e sulle tre di San Francesco (tonache) a Cortona, La Verna e Assisi.
«Da piccolo portavamo i pantaloni strappati perché poveri racconta padre Fortunato oggi invece si portano strappati perché ricchi e griffati. Ci chiediamo profondamente se l'abito rappresenta quello che noi siamo oppure invece rappresenti l'incongruenza».
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