Case abbandonate, rami indisciplinati, la natura che si riprende tutto. Come dimenticare le immagini di Pripjat, la città fantasma, a più di trent'anni dal disastro di Chernobyl? Ma quando capita un incidente nucleare o quando un sito nucleare non si usa più, importantissimo è il decommissioning, ovvero lo smantellamento e la messa in sicurezza del materiale. La Tepco (Tokyo Electric Power), l'operatore dell'impianto di Fukushima, ieri mattina ha dichiarato che sono iniziati i lavori per rimuovere le 566 barre di combustibile - unità esaurite e unità inutilizzate - immagazzinate in una piscina di stoccaggio nel terzo reattore della centrale. Il terremoto e lo tsunami del 2011 avevano colpito l'alimentazione di riserva dell'impianto di Fukushima Daiichi, innescando il peggior incidente nucleare del mondo dopo Chernobyl. La rimozione delle barre di combustibile è stata ritardata di oltre quattro anni. Malfunzionamenti delle apparecchiature, detriti radioattivi, incidenti tecnici e alti livelli di radiazioni, hanno fatto slittare i tempi. Il processo di disattivazione per garantire che l'impianto non rimanga vulnerabile a ulteriori incidenti è una sfida complessa. E adesso, a 8 anni dal disastro, sono iniziati i lavori di rimozione delle barre di combustibile nel terzo reattore.
Il delicato lavoro nel sito dovrebbe durare due anni, ossia fino al 2021. Data la pericolosità, l'intero processo avverrà attraverso robot controllati a distanza per rimuovere le barre di combustibile. Ma la parte più critica del risanamento sarà la rimozione del combustibile fuso all'interno di tre reattori danneggiati nel disastro del 2011. Un'operazione molto più difficile. Nel 2014 gli ingegneri avevano rimosso le barre di combustibile dal vicino reattore quattro, che al momento dello tsunami risultava offline e, sebbene danneggiato, non aveva sofferto una fusione. Le sonde robotiche hanno fotografato e rilevato tracce di combustibile nucleare fuso in tutti e tre i reattori che hanno subito crolli, ma gli esperti devono ancora sviluppare robot in grado di localizzare e rimuovere il carburante che resistano all'esposizione a livelli di radiazioni così alti. A febbraio, per la prima volta dal disastro, una sonda ha avuto un contatto con il combustibile fuso sul fondo di un reattore.
Il disastro nella centrale nucleare, a circa 62 km a sud-est della città di Fukushima, aveva costretto circa 160mila persone a trasferirsi. L'annuncio della rimozione delle barre arriva pochi giorni dopo revoca dell'ordine di evacuazione. I lavori sono iniziati dopo che il primo ministro, Shinzo Abe, ha espresso il suo impegno per riportare alla vita i quartieri evacuati nelle vicinanze di Fukushima. «Abbiamo riaffermato il nostro impegno a lavorare per la rinascita di Fukushima e del nord-est del Giappone», ha detto Abe, aggiungendo che lo smantellamento dovrebbe durare almeno 40 anni. Soltanto l'anno scorso, il Giappone ha riconosciuto per la prima volta che l'esposizione alle radiazioni di Fukushima ha causato dei morti. Da poco tempo, alcune persone sono tornate a vivere nell'area di Okuma, vicino all'impianto in rovina, dopo che le autorità giapponesi, avevano dichiarato che gli abitanti potevano tornare a viverci senza rischi per la loro salute.
Finora solo 367 persone, pari al 3,5% della popolazione pre-disastro di Okuma di 10.341, si sono registrate come residenti. Molte persone, nonostante gli annunci, non hanno intenzione di tornare perché preoccupate dalle radiazioni.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.