La Camera ha fretta di cappio. Giancarlo Galan aveva chiesto alla Boldrini di poter essere presente per difendersi e spiegare perché vi sia, nei suoi confronti, un fumus persecutionis da parte delle toghe veneziane. Ma la presidente della Camera Laura Boldrini e la sinistra manettara non hanno voluto sentire ragioni. Così, dopo aver respinto la richiesta di rinvio avanzata da Forza Italia per aspettare che l'ex ministro uscisse dall'ospedale di Este (Padova), l'aula di Montecitorio ha detto "sì" all’arresto di con 395 voti favorevoli e 138 contrari.
Dopo un doppio rinvio, dovuto alle condizioni fisiche del deputato di Forza Italia, a seguito dell’ingessatura ad una gamba e del successivo ricovero in ospedale di Este per complicazioni dovute a una tromboflebite, Galan aveva chiesto un nuovo aggiornamento della pratica a non prima del 20 agosto, essendo impossibilitato ad alzarsi dal letto. Ma il tentativo è naufragato per lo stop annunciato dalla Boldrini e confermato oggi dalla Camera. Tanto che l'ex ministro si è visto costretto a seguire la votazione dal reparto di Medicina dell'ospedale, dopo una decina di giorni trascorsi in Cardiologia. "Non si può trasformare la Camera in una piazza incontrollata in cui non c’è diritto", ha tuonato Francesco Paolo Sisto facendosi portavoce dell'indignazione di Forza Italia già prima che Montecitorio si esprimesse sull'arresto di Galan.
Ad avanzare la richiesta di rinvio, come già aveva fatto precedentemente in conferenza dei capigruppo, era stato il presidente dei deputati azzurri, Renato Brunetta, sottolineando che la questione rappresenta "un punto basilare del rispetto dei diritti della persona e del parlamento". A favore del rinvio si sono espressi Ncd e Popolari per l'Italia, mentre Scelta civica si è astenuta. Contrari al rinvio il Sel, i grillini ("Non ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B", ha detto Giulia Grillo) e il Pd. Subito dopo Antonio Leone (Ncd) ha avanzato la richiesta di inversione dell’ordine dei lavori, anticipando il decreto Carceri. Ma anche questa richiesta è stata respinta dall’Aula e, subito dopo, è stato votato per l'arresto. "È un’altra pagina triste", ha dichiarato sconsolato Daniele Capezzone denunciando "l’uso eccessivo della custodia cautelare e il dilagare del processo mediatico", un combinato che "produce un vero e proprio azzeramento del diritto alla difesa, riducendolo a un vuoto simulacro, a una forma svuotata di qualunque sostanza".
Gli avvocati Antonio Franchini e Nicolò Ghedini, che difendono Galan, chiederanno che gli siano concessi i domiciliari. Ad annunciarlo lo stesso Franchini secondo cui quello sul parlamentare è "un voto politico e non di coscienza". Subito dopo la votazione alla Camera, i sanitari dell'ospedale di Este hanno firmato la lettera di dimissioni. "Sono incazzato e sapete benissimo con chi...", ha commentato Galan salendo, in carrozzina, su un’ambulanza che dall'ospedale lo ha portato a casa a Cinto Euganeo sui Colli Euganei.
Poco dopo le 20 le agenzie battono la notizia che a Galan è
stata notificata, dalla Guardia di Finanza, l’ordinanza di custodia in carcere emessa dal Gip di Venezia il 4 giugno scorso. L'ex ministro sarà portato nel carcere milanese di Opera.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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