L'Italia è ben preparata per affrontare l'inverno grazie a livelli di stoccaggio gas che garantiscono quantitativi sufficienti per i mesi più freddi. A rassicurare l'opinione pubblica dopo il rimbalzo delle quotazioni del metano sopra i 50 euro (ieri ad Amsterdam i prezzi sono lievemente calati a 49,6 euro/Megawattora) è stato il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. «Abbiamo in questo momento uno stoccaggio che sfiora l'80%, pari a circa dieci miliardi di metri cubi di disponibilità», ha dichiarato sottolineando che «riusciamo a fare fronte al passaggio invernale dei prossimi due mesi sotto l'aspetto quantitativo». Secondo la piattaforma Gas Infrastructure Europe, gli stoccaggi europei sono attualmente al 71,8%, leggermente sopra la media stagionale. L'Italia, però, sta al di sopra della media con il 78,4 per cento. Inoltre, ha aggiunto Pichetto, il 30% di aumento del costo (di cui ha parlato il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli dopo l'interruzione della fornitura di gas dalla Russia via Ucraina) «dovremmo averlo già scontato nel mese scorso» perché lo stop da parte di Gazprom era noto.
La principale preoccupazione resta, tuttavia, quella del riproporsi di nuove fiammate inflazionistiche derivanti dai rincari dei prezzi energetici, come accaduto nel 2022 e nel 2023. L'Arera, authority per l'energia e le reti, ieri ha reso noto che a dicembre il prezzo della materia prima gas per i clienti vulnerabili è salito del 2,5%, a 47,59 euro a megawattora. La spesa complessiva per i 2,36 milioni di clienti è quindi aumentata a 1,25 euro per metro cubo a causa dell'incremento delle quotazioni all'ingrosso e delle temperature più rigide che hanno spinto la domanda.
Non a caso anche le principali banche di investimento iniziano a profilare scenari poco incoraggianti. Secondo Goldman Sachs, se si avvereranno le previsioni di temperature più rigide della media, i prezzi del gas potrebbero salire ulteriormente attestandosi tra i 63 e gli 84 euro/megawattora nei prossimi mesi, a fronte di uno scenario di 40 euro in presenza di temperature nella norma. L'analisi sottolinea che il freddo eccezionale previsto, combinato con i guasti nella produzione norvegese e la bassa produzione eolica, potrebbe aumentare la domanda di oltre 100 milioni di metri cubi al giorno nell'Europa nord-occidentale solo a gennaio. Questo scenario evidenzia la fragilità del mercato, troppo poco flessibile per assorbire ulteriori shock. Ecco perché il ministro Pichetto ha rimarcato la necessità di «avere la massima attenzione sui prezzi del gas», evidenziando il rischio di speculazioni sui mercati spot. Nonostante alcuni analisti ritengano che gli aumenti più significativi siano già stati scontati, il ministro ha invitato alla cautela rilevando che «il futuro sarà un mix di tutte le energie».
Per contenere la volatilità del mercato e prevenire bolle speculative, Pichetto ha ricordato l'appello del governo all'Unione europea a «rinnovare l'eventuale price cap, non a 180 euro come il precedente, ma a 50-60 euro» per porre un freno a «operazioni puramente finanziarie che non c'entrano nulla con la materia prima ma pesano sulle famiglie e sulle imprese». In questi ultimi due anni, ha proseguito, «ci siamo parati da una situazione disastrosa grazie a contratti di lungo termine, come quelli con l'Algeria, e alla gestione delle riserve nazionali», ma «sono interventi temporanei ma fondamentali per evitare speculazioni e garantire stabilità».
Il messaggio è chiaro: il mercato del gas rimane volatile e le incognite geopolitiche continuano a pesare sulle quotazioni, ma l'Italia
può contare su un livello di stoccaggio che garantisce sicurezza per i mesi invernali. Ora tocca a Bruxelles compiere un ulteriore passo avanti per mitigare gli impatti sui consumatori e prevenire eventuali crisi future.
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