Sposa un italiano in Africa e gli danno la carta di soggiorno in Italia

Una questione tecnica: applicate le direttive dettate nel 2012 da una circolare del ministero dell'Interno

È una di quelle notizie destinate a costituire un precedente. Anche perché il tema, anzi i temi, sono spinosi, entrano in codici e leggi ma pure in camera da letto: il diritto di cittadinanza da un lato, le unioni gay dall'altro. Partiamo dai fatti: la Questura di Pordenone ha rilasciato la carta di soggiorno a un uomo sudafricano, Derek Wright, sulla base di un matrimonio celebrato all'estero con una persona di cittadinanza italiana. E l'altra metà della mela è un altro uomo, Francesco Furlan, avvocato di Pordenone.

I due si sono sposati l'anno scorso a Cape Town. La Questura ha quindi preso atto dell'esistenza del legame familiare, seguendo le direttive dettate dal Ministero dell'Interno con una circolare del 2012, che prevede appunto il riconoscimento della carta di soggiorno al coniuge straniero. A complicare c'è la solita, irrisolta questione, dello status in cui inquadrare le unioni tra persone dello stesso sesso. Sul tema l'Italia non ha legiferato.

«Lo Stato riconosca il matrimonio», suggerisce l'Arcigay del Friuli che ha accolto molto positivamente la notizia. «Non ci sono più scuse, è stata riconosciuta la validità del matrimonio gay contratto all'estero: situazione paradossale nella quale lo Stato con una mano riconosce i diritti, con l'altra li nega! Ora chiediamo all'Italia di aprire al matrimonio egualitario e al Comune di Pordenone di procedere subito alla trascrizione del matrimonio di Francesco e Derek presso l'anagrafe, atto che seppur non riconosce automaticamente diritti alla coppia, ne sancisce la dignità di cittadini italiani di seria A», ha sottolineato il presidente Giacomo Deperu.

Anche la presidente della regione Friuli Debora Serracchiani legge in questo caso l'evidenza della «necessità che una legge dello Stato regoli, in modo chiaro e a prescindere dal sesso, diritti e doveri dei cittadini uniti da legami affettivi».

Mentre da GayLibe, l'associazione dei gay di centro destra, arriva un invito nei confronti di Francesca Pascale: «È già una testimonial contro l'omofobia.

Ora diventerà l'ispiratrice della consulta diritti civili di Forza Italia, il primo vero passo politico del centrodestra italiano verso il pieno diritto di cittadinanza della comunità lgbt», ha detto il segretario nazionale Daniele Priori. Il modello da seguire sarebbe quello tedesco delle unioni omoaffettive.

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