La Germania ci fa invidia. "Lì si che sono uniti: il riarmo votato da tutti"

Sfogo bipartisan: a Berlino decidono in 5 minuti, da noi zuffe sul passato

La Germania ci fa invidia. "Lì si che sono uniti: il riarmo votato da tutti"
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Ieri, ore 12,20. Transatlantico di Montecitorio. Dall'Aula arrivano gli echi della baruffa scatenata dalla citazione della premier del manifesto di Ventotene. In mezzo al salone si incontrano l'attuale ministro della Difesa, Guido Crosetto, il suo predecessore, il piddino Lorenzo Guerini, e Piero Fassino, ora parlamentare del partito della Schlein. Parole e sguardi sono l'immagine dell'occasione perduta. «Dovevamo fare una risoluzione tutti insieme - sospira l'attuale ministro della Difesa - ma qui come si fa ? Avete visto in Germania, sono su un altro pianeta. Popolari, socialisti e addirittura i verdi hanno votato un piano di riarmo di 500 miliardi di euro e per farlo hanno addirittura cambiato la Costituzione Invece da noi fra un po' ci rinfacceremo anche il manifesto del partito comunista». Una decina di metri e nel corridoio dei passi perduti trovi un altro dei protagonisti di quella conversazione. «Un paese serio - confida l'ex segretario dei Ds, Fassino - avrebbe votato un documento di dieci righe, tutti insieme, per dare più forza al governo. Come hanno fatto in Germania ma là c'è più consapevolezza del momento. Qui, invece, hanno preso al volo la polemica per coprire le contraddizioni da una parte e dall'altra».

Voglia di Germania, voglia di una politica non ideologica che guarda al futuro e non al passato, che si confronta con la realtà e si prepara alle incognite di una fase internazionale a dir poco drammatica. Eppure tutti sono consapevoli anche in Italia che la strada è segnata. Un'ora dopo, con 45 minuti di ritardo, infatti, la delegazione dei ministri coinvolti nel consiglio europeo, capitanati dalla premier, si ritrova seduta attorno ad un tavolo al Quirinale con Mattarella per un pranzo veloce. «Risotto e involtini è un menù fisso - racconta il ministro dell'Ambiente Pichetto - ma delle polemiche sul manifesto di Ventotene non si è parlato per nulla. Si è invece affrontato il tema del piano di riarmo europeo. E tutti i presenti hanno convenuto che possiamo discutere delle modalità, immaginare investimenti privati o debito comune, ma che dobbiamo stare con l'Europa».

La premier è stata contenta dell'effetto di quel fuori programma su Ventotene suggerito dal fido sottosegretario alla presidenza Fazzolari. Anche se il problema, la questione, il dilemma del riarmo europeo resta, non può essere rimosso, e su di esso incombe un teorema che la Meloni ha ripetuto sia alla Camera, sia al Senato: «Se non puoi difenderti da solo, se devi affidarti agli altri per garantirti la sicurezza, allora saranno gli altri a decidere per te».

È la questione che ha spinto il prossimo cancelliere tedesco, Merz (nella foto), in accordo con l'attuale, il socialista Scholz, e i verdi a modificare la Costituzione gettando a mare il totem che garantiva il rigore di bilancio e a finanziare un piano di riarmo da 500 miliardi, cioè molto di più delle spese militari sostenute in tre anni di guerra dalla Russia e l'Ucraina sommate insieme. È l'argomento che ha portato l'Inghilterra a riavvicinarsi all'Europa sulla difesa: un tema che oltremanica accomuna tutti, dal primo ministro Starmer al profeta della Brexit, Farage.

Da noi, invece, lo spirito unitario di fronte a questioni che investono il nostro interesse nazionale, il nostro ruolo dell'Europa e nell'Occidente non si manifesta. «Si lo so - spiega il ministro Tommaso Foti - che in Germania hanno la cambiato la Costituzione in 5 minuti ma non hanno la sinistra che abbiamo qua. La verità è che non c'è più un'internazionale di sinistra come del resto non c'è un'internazionale di destra».

Appunto, manca la consapevolezza. E c'è chi non nasconde di sognare la Germania. «Lì è un'altra storia, le cose si fanno - ammette Giulio Tremonti - non per nulla sto riprendendo i miei studi in tedesco.

Mi ricordo che 6-7 anni fa tornato in albergo dopo un convegno sul diritto, mentre fumavo la pipa e bevevo grappa di fronte al camino a mezzanotte arrivò un gruppo di giuristi tedeschi che dissero: Stiamo scrivendo la Costituzione europea. Alzai le mani».

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