Gli elettori dell'AfD in Germania? Votano così perché non sono abituati al multiculturalismo e perché i tedeschi dell'est più "curiosi" e aperti sono partiti per l'ovest. Mica è colpa dei partiti tradizionali - o della sinistra, che continua a perdere voti e non rappresenta più le classi popolari - se i cittadini della Sassonia e del Brandeburgo hanno votato in massa Alternative für Deutschland. Intervistata da La Stampa, la scrittrice franco-tedesca Géraldine Schwarz, autrice de I senza Memoria (Einaudi), con cui ha vinto il premio del Libro Europeo 2018, commenta così i risultati delle elezioni in Sassonia e Brandeburgo che hanno sancito l'avanzata dell'AfD a secondo partito in entrambi i länder.
Tanto per cominciare, la scrittrice sottolinea che parliamo di regioni "per niente abituate al multiculturalismo etnico, culturale e religioso, gli unici stranieri che c'erano nella Ddr erano asiatici o africani dei Paesi comunisti "fratelli" venuti per lavorare a basso costo" secondo il culto immigrazionista che vede nel multiculturalismo un destino ineluttabile e necessario: pertanto, se ai tedeschi della Germania orientale, che già si sentono dei cittadini di serie b rispetto ai tedeschi dell'ovest, non sono affatto piaciute le "frontiere aperte" della Cancelliera Angela Merkel del 2015, non è colpa di una scelta politica suicida di allora, che crea tensioni sociali soprattutto nelle classi meno abbienti, ma di quegli stessi cittadini che non sono abbastanza accoglienti, aperti e multiculturali secondo i canoni del politicamente corretto.
E anche se i cittadini di Sassonia e Brandeburgo hanno voluto premiare l'AfD, l'unica cosa importante è tenerli fuori e lontani da tutte le posizioni di potere. Il motivo è semplice: "È difficile che un partito così riesca a dare delle risposte su temi cruciali come l'Europa, la globalizzazione, il clima, la politica fiscale, le disuguaglianze. Sono partiti che vogliono il monopolio della rappresentazione del popolo, non tollerano la differenza di opinioni, sono inadatti a lavorare in una coalizione. Non mi prenderei il rischio di vederli al governo pur di mostrare la loro fragilità, perché sono capaci di mentire, di cambiare le cifre, e i loro errori potrebbero essere scoperti quando è troppo tardi". Per Géraldine Schwarz, quindi, un partito che si presente legittimamente alle elezioni nel Paese più ricco e potente d'Europa - la Germania - e viene votato in maniera altrettanto legittima conseguendo peraltro un ottimo risultato, deve arbitrariamente rimanere fuori dai giochi: bella democrazia! Non sarà forse perché, semplicemente, l'AfD ha un programma politico che alla giornalista franco-tedesca non piace?
Infatti, per la scrittrice il problema non sono solo i "populisti" di destra, ma anche i loro elettori. Parlando dello spopolamento dei länder orientali, soprattutto da parte dei più giovani, Schwarz sottolinea che si tratta di una questione cruciale e che la Germania dell'Ovest è piena di tedeschi dell' Est, "e bisogna riconoscere che quelli che sono più aperti, più curiosi, che hanno una visione del mondo più occidentale, sono partiti". Nella Germania orientale, dunque, "è rimasta una generazione più anziana, più demoralizzata, che sconta tra l'altro una rottura generazionale con i suoi figli che è molto dolorosa". I giovani tolleranti e progressisti, quelli che partecipano alle proteste per il clima con Greta Thunberg sono emigrati; gli altri, invece, magari con qualche anno in più, quelli che nutrono odio e risentimento verso il prossimo, sono rimasti nella Germania dell'est e ora votano in massa l'AfD. Non fa una piega.
La scrittrice spiega dunque che i partiti popolari, in particolare i Verdi, devono captare il voto degli astensionisti, cosa che peraltro è riuscita a fare proprio l'AfD in Sassonia e in Brandeburgo. Nella prima, il 40% degli elettori di AfD cinque anni fa non ha votato e oltre 80.000 persone che avevano votato l’ultima volta per la Cdu, ora hanno scelto i sovranisti di destra. Anche nel Brandeburgo, l’AfD è riuscita a penetrare negli “astensionisti”, conquistando più di 100.000 voti fra di essi. I "sovranisti" tanto disprezzati dalla Schwarz sono diventati quel partito popolare capace di rivolgersi a quelle fasce della popolazione completamente dimenticate dalla globalizzazione e deluse da - da molti anni - dai partiti tradizionali. In questo, hanno completamente sostituito quella sinistra che, a partire dalla fine della Guerra Fredda, ha preferito portare avanti le istanze delle élite cosmopolite e farsi paladina delle minoranze (etniche, sessuali, ecc.) in nome del politicamente corretto.
Come scriveva il politologo americano Samuel P. Huntington ne La Nuova America. Le sfide della società multiculturale (Garzanti, 2005), le opinioni della maggioranza sui problemi dell'identità nazionale differiscono significativamente da quelle di molte élite.
Tali differenze riflettono il contrasto sottostante tra gli elevati livelli di orgoglio nazionale e di impegno psicologico verso il paese da parte della maggioranza dei suoi abitanti, e la progressiva de-nazionalizzazione delle élite, accompagnata da un atteggiamento decisamente favorevole alle identità transnazionali e subnazionali. La Schwarz se ne faccia una ragione: il multiculturalismo non è un destino ineluttabile ma è il linguaggio delle élite.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.