
La Germania è oggi all'appuntamento con la Storia. Aperti alle 8,00, i seggi delle elezioni anticipate a cui ha portato la caduta del governo di Olaf Scholz a novembre chiuderanno alle 18,00. Un voto storico, il più importane dell'ultimo ventennio dopo sedici anni di anestetico Merkel e tre dell'esecutivo guidato dal cancelliere socialdemocratico, in coalizione prima con verdi e liberaldemocratici poi con gli ecologisti. Nella Germania in cerca d'autore, 59,2 milioni aventi diritto al voto attendono risposte ai problemi di un Paese in crisi. Polarizzazione, recessione, fallimento sistemico nell'immigrazione, minacce jihadiste ed estremiste dipingono una Germania alla deriva. Ieri, a Berlino hanno sfilato due cortei di estrema destra, contestati da attivisti antifa che si sono scontrati con la polizia. Smarriti, i tedeschi chiedono una guida che tracci la rotta. «Di nuovo in avanti!», dichiara Friedrich Merz, candidato cancelliere dei popolari dati per vincitori nei sondaggi col 30 per cento. Presidente dei cristiano-democratici, Merz promette di non formare un governo di coalizione con «nessuno che non sia disposto a realizzare il cambiamento nell'economia e nell'immigrazione». Per i popolari, le soluzioni sono una stretta contro i migranti illegali e gli sgravi fiscali a favore delle imprese al fine di favorire gli investimenti.
Alla chiusura della sua campagna elettorale, il presidente della Cdu ha tuonato che per «i matti» ecologisti e di sinistra «è finita, non hanno niente a che fare con la maggioranza» dei tedeschi. Cdu e Csu sono «gli ultimi partiti di massa» in Germania, secondo l'acerrimo avversario di Angela Merkel che ha riportato a destra i popolari. Affermazioni stridenti con i sondaggi che tracciano una situazione peggiore per l'altro storico partito di massa tedesco, la Spd al 15 per cento. Il cancelliere candidato per un secondo mandato è «assolutamente sicuro» di vincere le elezioni, confidando di convincere gli indecisi dati al 25-30 per cento. Intanto, la realtà a cui il capo del governo uscente è refrattario vede la Spd superata dal partito di estrema destra Afd al 21 per cento. Il dato evidenzia il successo di una formazione capace di intercettare bisogni e paure di quanti si sentono abbandonati da élite sedicenti democratiche rinchiuse in una torre d'avorio. Afd, che candida a cancelliera Alice Weidel, cavalca esigenze e timori fornendo risposte semplici a problemi complessi. Il centro della proposta elettorale è la remigrazione, a cui si affiancano l'uscita della Germania sia dall'Ue sia dalla Nato e il miglioramento delle relazioni con Usa, Russia, Cina. Monitorata dai servizi segreti, emarginata dal muro alzato dai partiti democratici, Afd ha continuato nella sua ascesa nonostante i sospetti di finanziamenti illeciti da Mosca e Pechino, nonostante i contatti con l'eversione neonazista. Paladina della libertà di espressione, la formazione di Weidel incassa il sostegno di Elon Musk, secondo cui «solo Afd può salvare la Germania». Identico appoggio da Matteo Salvini.
Merz esclude ogni collaborazione con Afd, tanto più nella formazione del governo che vuole stabile e dovrebbe comporre in Grande coalizione insieme alla Spd pur con una maggioranza ristretta. Per essere più solido, l'esecutivo guidato dai popolari potrebbe essere allargato ai Verdi, nei sondaggi al 12 per cento.
I post-comunisti di Die Linke sono dati al 7, mentre né i liberaldemocratici né il Bsw di estrema sinistra nazionalpopulista entrerebbero al Bundestag in quanto a mezzo punto dalla soglia di sbarramento del 5 per cento. Numeri tutti da verificare, ma che lasciano prevedere un futuro di instabilità di cui soltanto Afd potrà approfittare.
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