Il Venerdì Santo si è macchiato di sangue ieri a Gerusalemme. Violenti scontri tra manifestanti palestinesi e polizia israeliana sulla Spianata delle Moschee, il Monte del Tempio per gli ebrei. Il bilancio è almeno di 150 feriti, 40 sono stati portati in ospedale e almeno due sono in gravi condizioni. Anche tre agenti israeliani sono rimasti feriti.
Secondo la radio militare i fedeli islamici, che celebravano ieri il secondo venerdì del Ramadan, hanno organizzato un corteo nella Spianata. Hanno brandito bandiere di Hamas e attaccato le forze di sicurezza israeliane lanciando sassi e fuochi d'artificio. Alcune decine di persone si sono poi barricate nella moschea Al-Aqsa. Secondo la polizia l'intervento degli agenti è stato necessario per impedire che sassi cadessero nel sottostante Muro del Pianto. Migliaia di agenti sono stati dislocati a Gerusalemme per mantenere il controllo della situazione.
La Spianata, o Monte del Tempio, è un luogo sacro per musulmani ed ebrei, ed è al centro di rivendicazioni storiche da entrambe le parti ed è una delle questioni più controverse del conflitto israelo-palestinese. La moschea di al-Aqsa è il terzo luogo più sacro per l'Islam dopo Medina e la Mecca. Qui secondo il Corano il profeta Maometto cominciò il suo viaggio attraverso l'aldilà fino ad incontrare Allah e ricevere gli insegnamenti del libro sacro. A pochi metri si trova il cosiddetto Muro del Pianto, unico resto del Tempio di Salomone, distrutto dai Romani nel 70 d.C. A poca distanza poi, c'è anche la Basilica del Santo Sepolcro, lì dove secondo i cristiani Gesù Cristo è stato seppellito e poi è risorto.
Le tensioni tra israeliani e palestinesi sono aumentate nelle ultime settimane dopo attacchi terroristici compiuti nello Stato ebraico da militanti di gruppi estremisti. Il più grave, il 29 marzo a Bnei Brak, città ortodossa vicino a Tel Aviv, costato la vita a cinque israeliani. La reazione delle forze di sicurezza, nei giorni successivi, ha portato alla morte di più di 20 palestinesi, soprattutto nel distretto di Jenin. Gli attacchi palestinesi, invece, hanno causato in totale la morte di 12 israeliani e due ucraini.
È questo il periodo più difficile in Israele da oltre quindici anni. L'anno scorso Hamas, che governa su Gaza, ha lanciato razzi contro Gerusalemme in seguito agli scontri nei pressi della moschea dopo settimane di disordini in città. Ciò ha innescato una devastante guerra della durata di undici giorni.
La recente ondata di violenza invece arriva in un momento particolarmente instabile. È l'inizio della festa ebraica della Pasqua e coincide con il mese sacro islamico del Ramadan e la festa cristiana della Pasqua. Subito sono arrivate le reazioni agli ultimi disordini. Il leader del partito islamista Ra'am, Mansour Abbas, ha dichiarato di aver informato i suoi partner della coalizione che i violenti scontri a Gerusalemme erano una «linea rossa» che potrebbe danneggiare ulteriormente l'instabile governo. L'attuale esecutivo è stato portato sull'orlo del collasso negli ultimi giorni dopo che un membro del partito Yamina del primo ministro Naftali Bennett si è dimesso dalla coalizione che ha così perso la sua sottilissima maggioranza. La Knesset, composta da 120 membri, è ora bloccata. La coalizione e l'opposizione comprendono 60 seggi ciascuna.
«Il nostro popolo non è solo nella battaglia per Al-Aqsa. L'intero popolo palestinese e la sua nobile resistenza sono con loro», ha affermato il portavoce di Hamas Fawzi Barhum. «Stiamo lavorando per fornire sicurezza ai cittadini israeliani», ha invece twittato Bennett. Poi è arrivato anche il commento del ministro degli Esteri Yair Lapid: «Israele è impegnato nella difesa della libertà di culto per le persone di tutte le fedi a Gerusalemme», ha affermato.
Ma la violenza di ieri non finisce qui. Un uomo di 47 anni è stato accoltellato alla gamba in un attacco terroristico a Haifa.
Gli agenti giunti all'Hazikaron Garden, vicino al municipio, hanno arrestato una ragazza di 15 anni sospettata dell'aggressione. In precedenza il padre della ragazza aveva chiamato la polizia avvertendo che la figlia intendeva compiere un attacco con il coltello a Gerusalemme in mattinata.
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