«Alzati, prendi con te il Bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il Bambino per ucciderlo». È il Vangelo di Matteo a raccontare l'invito dell'angelo a Giuseppe e la fuga in esilio della Sacra Famiglia è uno degli episodi più noti, commentati e rappresentati.
Eppure scoppia ancora una volta la polemica per un presepe attualizzato tra uomini in fuga dalla propria terra. Succede ad Arcore, dove la parrocchia di sant'Eustorgio ha allestito una rappresentazione un po' fuori dagli schemi nella quale Gesù, Giuseppe e Maria sono a bordo di una barca agitata dalle onde, in mezzo a gente che si sbraccia. Gesù «profugo tra i profughi, ultimo tra gli ultimi», recita tra l'altro la spiegazione per i fedeli. Qualcosa di simile è accaduto nel volantone di auguri di Cl, con Gesù adagiato in un campo profughi. Per non citare subito papa Francesco, che più volte ha detto che «anche Gesù fu un profugo», già Giovanni Crisostomo, siamo nel V secolo, parlava di «esilio» sin dalla culla.
Ma il presepe di don Giandomenico non è piaciuto alla Lega che in un suo gazebo, accanto a una fila di pandori, ne ha costruito uno con casetta, bue, asinello, angelo e pastori. «Non si può ridurre la Natività a una questione di partiti. Qui abbiamo Dio che si fa uomo» si sfoga don Giandomenico.
Poteva rimanere una polemichetta, coi leghisti sui social a sponsorizzare il «presepe tradizionale». È intervenuto il leader, Matteo Salvini: «La parrocchia fa il presepe col barcone, ma accusa la Lega di strumentalizzare. Mah». Alla fine qualcuno su twitter invitava addirittura a bruciare il presepe.
Un barcone, un variopinto luzzu maltese, era nel presepe del Natale 2016 di piazza San Pietro. Francesco aveva commentato: «Richiama la tragica realtà dei migranti sui barconi diretti verso l'Italia.
Nell'esperienza dolorosa di questi fratelli e sorelle, rivediamo quella del bambino Gesù, che al momento della nascita non trovò alloggio e venne alla luce nella grotta di Betlemme». Duemila anni dopo rimane un segno di contraddizione.
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