Gettò il cliente fuori dal taxi: "Bene se è in coma, così tace"

L'autista ai domiciliari, incastrato da un'intercettazione. Il passeggero ferito per una lite sul prezzo della corsa

Gettò il cliente fuori dal taxi: "Bene se è in coma, così tace"

A Cremona era per molti il giallo di Natale, ma le intercettazioni diffuse aprono ora uno squarcio nel caso. È stata una telefonata, fatta subito dopo l'interrogatorio in Procura, a confermare la ricostruzione dei fatti e le accuse rivolte a Giovanni Carrera, tassista alla guida del proprio van in corsa dal quale è volato un 27enne, poi finito in coma.

«Il pm mi ha detto che il ragazzo è a casa, non è più in ospedale, ma le sue condizioni di salute sono ancora molto gravi. Bene, così non può raccontare la sua versione. È una cosa positiva». Queste le parole del 68enne intercettate al telefono il 7 febbraio scorso, subito dopo essersi difeso in Procura per oltre un'ora. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la sera del 24 dicembre dopo aver cenato con due amiche Luca chiama un taxi per andare in un albergo, ma una volta arrivati scoppia un diverbio sul pagamento della corsa. Il 27enne vuole pagare con il bancomat perché ha solo 10 euro in contanti e il viaggio costa il doppio. Ma il tassista non ha il pos.

Durante la lite nel van le ragazze scendono in preda allo spavento, mentre Luca resta a bordo quando Carrera riparte a forte velocità col portellone aperto. I nastri delle telecamere esaminate dagli inquirenti confermeranno che il 68enne aveva imboccato alcune strade contromano e a tutta velocità, per portare il cliente allo sportello o per riportarlo indietro. «Non mi fa scendere», dice Luca alle amiche che lo chiamano al telefono. Poi, il volo dal van e lo schianto al suolo.

Dopo qualche minuto, il tassista torna indietro e trova il 27enne a terra, in un lago di sangue. Lo trascina sul marciapiede e chiama il 118. Il giovane finisce in coma per un trauma alla testa. Radicalmente diversa la versione di Giovanni Carrera, che la squadra mobile definisce un tassista «cinico». «Eravamo d'accordo di andare al bancomat - racconta lui al pm -. Sono partito, ho dato un colpetto ai freni. Di solito il portellone si chiude. Non si è chiuso. Dopo 5-10 metri mi sono fermato, sono sceso e l'ho chiuso. Andavo pianissimo. Il ragazzo ha ricevuto una telefonata. Ho l'impressione che l'amica gli abbia detto: Scendi. Mi sono voltato, non c'era più. Secondo me, aveva già aperto il portellone, probabilmente non ha centrato il predellino ed è caduto». La sua versione però non ha trovato riscontro nell'attività investigativa. Intanto da mercoledì il 68enne è finito agli arresti domiciliari per sequestro di persona e lesioni personali gravissime, mentre il giovane è stato dimesso dall'ospedale, ma la ripresa è lenta e la vista è compromessa.

Nell'ordinanza cautelare il gip scrive che «emerge con evidenza l'assoluta futilità dei motivi , che vanno ad evidenziare l'incontrollato stato di irascibilità dell'indagato,

pronto ad adottare condotte violente ed estremamente pericolose». Definendo il comportamento di Carrera, il gip parla inoltre di «mancanza di controllo dei propri impulsi, per di più collegata alla sua attività di servizio».

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