Già immuni sei italiani su 10. La terza dose prima ai fragili

Studio Usa: la Delta corre più di Mers e raffreddore. Entro fine agosto la scelta sulla protezione ulteriore

Già immuni sei italiani su 10. La terza dose prima ai fragili

Le ultime settimane sono state le più difficili ma, con fatica e al netto di No Vax e Free Vax, oggi l'Italia raggiunge un obbiettivo di tutto rispetto: il 60% della popolazione è immune al Covid. Manca ancora un ulteriore 20% di vaccinazioni per raggiungere l'immunità di gregge ma il risultato è di quelli che rincuorano.

E anche se il numero dei contagi è in crescita, non c'è da temere fino a quando resta fermo quelli dei ricoveri in ospedale. «Non trasmettiamo messaggi di paura» incita lo stesso sottosegretario alla Salute Andrea Costa: «I dati ci dicono che i vaccini reggono nei confronti anche della variante Delta, dobbiamo essere consapevoli che oggi abbiamo lo strumento del vaccino e dobbiamo continuare con la campagna vaccinale». Costa ribadisce anche che il piano sul tavolo del ministero della Salute per un'eventuale terza dose di vaccino si sta orientando sempre di più sulla possibilità di somministrarla prima alle persone fragili e immunodepresse. Come e quando verrà stabilito entro la fine del mese. E il «terzo giro» partirebbe in autunno, in concomitanza con la scadenza dell'effetto delle prime vaccinazioni.

Se da un lato lo scudo vaccino nella maggioranza degli italiani rassicura, dall'altro va considerato che «anche un vaccinato, che è protetto all'88% e vede ridotti drasticamente i rischi di ospedalizzazione e decesso, se diventa positivo può trasmettere il virus - specifica il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro - Un dato ribadito da Anthony Fauci negli Stati Uniti e che anche in Italia ci deve suggerire di completare nei tempi più rapidi possibili la campagna vaccinale e di mantenere comportamenti prudenti».

«Stiamo assistendo alle conseguenze della diffusione galoppante della variante Delta che non è una variante benigna: determina infezioni ad alta carica virale, quindi molto contagiose» interviene il virologo Francesco Menichetti, primario di Malattie infettive all'ospedale di Pisa, commentando i dati del monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute che registrano una forte crescita dell'indice Rt della variante Delta al 94,8%.

Tra l'altro, un aspetto da non sottovalutare e su cui far leva per convincere gli indecisi a vaccinarsi è il fatto che la variante Delta si diffonda come la varicella. E sembra anche provocare malattie più gravi delle varianti precedenti.

A rilevarlo è uno studio del Centers for Disease Control and Prevention. In base a quanto riporta il New York Times, la variante delta, è più trasmissibile anche di Mers, Sars, ebola, comuni raffreddori, influenza stagionale, vaiolo e perfino la Spagnola del 1918. E la sua forza sta nascosta proprio nella sua velocità e facilità di passaggio da un individuo e l'altro.

«La variante - spiega anche Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all'ospedale San Martino di Genova - si diffonde come la varicella, quindi è molto contagiosa. Abbiamo visto che ha un R0 di 7, quindi è davvero molto pericolosa, e anche i vaccinati sembra abbiano la possibilità di contagiarsi e di trasmettere il virus.

Ma c'è una variabile: chi è vaccinato e si contagia non va in ospedale e non sviluppa una malattia grave».

La varicella è stata definitivamente debellata grazie al pacchetto-vaccini reso obbligatorio dall'ex ministro Beatrice Lorenzin ed efficace anche contro parotite e morbillo.

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