Nascondersi dietro il contratto non basta più per salvare il governo gialloverde. Il patto cialtrone stipulato tra Lega e Carroccio ha un vizio connaturato, un errore di programmazione genetica: ha imposto l' unione di due mondi incompatibili con la pretesa di seguire alla lettera un tracciato predisposto aprioristicamente come se per un governo non fosse necessario affrontare imprevisti. L' accordo ora è esploso sulle questioni inerenti alla famiglia, i diritti civili e le adozioni ma gli strappi sono stati quotidiani. Ci sono materie fondamentali sulle quali Matteo Salvini e Luigi Di Maio procedono in direzioni opposte. Quali? Oltre alla famiglia il recente accordo con la Cina; le grandi opere a cominciare dalla Tav; la visione antitetica su come rilanciare l' economia del paese: la flat tax per il Carroccio e il Reddito di cittadinanza per M5s. E infine la questione sulla quale è più probabile che l' esecutivo vada a schiantarsi ovvero l' Autonomia differenziata. L' ultimissimo scontro vede antagonisti il vicepremier Salvini e Vincenzo Spadafora, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e molto vicino al vicepremier Di Maio. Spadafora parla di «clima di odio» e si scaglia contro il Congresso di Verona del quale Salvini è stato uno dei protagonisti. A Verona, dice Spadafora che ha la delega per le Pari Opportunità «è stato dato sfogo a una serie di istinti omofobi e razzisti di cui questo Paese non ha bisogno». Ma Spadafora va oltre la querelle sul diritto di famiglia e marca la distanza con la Lega: «Noi siamo molto diversi», dice perché il Carroccio «si sta spostando molto a destra, una destra che può fare paura al nostro paese». Spadafora assicura che M5s non è «contro la famiglia naturale» e fa notare che il ministro leghista della Famiglia, Lorenzo Fontana parla molto ma agisce poco: «Non si può andare in giro a dire sostegno alla famiglia e poi non si fa nulla». Infine l' affondo contro Salvini che domina la scena politica a scapito dei Cinquestelle. La Lega, dice deve «attenersi al contratto altrimenti se dovesse decidere altro, sarà una responsabilità della Lega far cadere il governo».
Ma se è vero che l' attivismo dilagante di Salvini ha schiacciato M5s che nelle ultime elezioni amministrative ha incassato solo sconfitte è pure vero che alcuni provvedimenti chiave sui quali il Carroccio ha costruito la sua campagna elettorale sono fermi. La Tav prima di tutto. Tema di scontro continuo durante la lunga attesa della famigerata analisi costi benefici che poi ha bocciato la Torino-Lione ma più in generale lo stallo su tante grandi opere. Per la Tav Salvini al momento ha incassato soltanto il via libera ai bandi. Poi la mancata partenza della flat tax e invece il via libera al Reddito di cittadinanza che tutto il nord produttivo, ovvero l' elettorato della Lega, vede come il fumo negli occhi. E ancora il Memorandum con la Cina che la Lega ha digerito a fatica e contro il quale Salvini ha messo le mani avanti: «Noi siamo assolutamente cauti quando c' è in ballo la sicurezza nazionale». Infine l' autonomia regionale differenziate con il percorso già avviato da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna frenata dai Cinquestelle con il presidente della Camera Roberto Fico che avverte: «Non si possono creare cittadini di serie A e B: un eventuale trasferimento di poteri alle Regioni dovrà avvenire solo dopo un ampio dibattito parlamentare».
Ma il governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia, mette le mani avanti: «Se si cambia anche una virgola salta tutto».M5s perde voti e Salvini non riesce a mantenere le promesse fatte al suo elettorato. Forse tenere in vita questo governo non conviene più a entrambi.
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