I «costruttori» capaci di decidere, invocati da Sergio Mattarella nel suo discorso di fine anno, appaiono decisamente latitanti in questa fase. La nuova bozza del piano italiano per il Recovery non c'è ancora. Il rebus e l'arcobaleno dei divieti in vista della fine delle ferie natalizie è ancora irrisolto e si procede a tentoni tra indiscrezioni e smentite su ciò che si potrà e non si potrà fare a partire dal 7 gennaio, ovvero tra 24 ore, in particolare sulla scuola. Il tutto mentre lo scontro nella maggioranza non accenna a placarsi e sotto traccia è già iniziata la partita delle nomine che nel 2021 interesserà società come Cassa Depositi e Prestiti, la Rai, Saipem, Inivimit, Sogei, Ferrovie e Anas.
In questo contesto le proteste dell'opposizione si fanno sempre più vibranti, così come quelle dei governatori e delle associazioni di categoria. «Questa crisi strisciante e non dichiarata significa che nella maggioranza non c'è la minima percezione del costo economico e sociale per il Paese di ogni ulteriore giorno perduto in questa verifica», dice Anna Maria Bernini. «Annunci e ritardi: il marchio di fabbrica del governo non cambia neanche nel 2021 e inciampa anche sui bonus. Gli incentivi che l'esecutivo ha previsto nella legge di bilancio restano infatti congelati in attesa dei decreti attuativi», conclude la presidente dei senatori di Forza Italia. Duro anche Matteo Salvini. «Sono incapaci e litigiosi. Del teatrino romano non mi occupo. I governatori sono sconvolti dall'incapacità e dai ritardi del Governo. Il ministro Azzolina giurava che si ripartiva giovedì e invece non si riparte. Molti si erano preparati per la ripartenza». E il deputato leghista Igor Iezzi punta il dito contro il caos lombardo: «Da Arcuri sono arrivate siringhe sbagliate agli ospedali lombardi. Le spedizioni del vaccino sono ancora in grave ritardo. Invece di puntare il dito sulla Lombardia, l'esecutivo Pd-5s-Renzi-Leu si concentri sulla salute degli italiani invece di pensare solo a poltrone e rimpasti». Fratelli d'Italia si concentra sulla scuola. Sulla carta la riapertura sarebbe prevista per domani, ma tutto è tornato in discussione dopo la presa di posizione di alcuni governatori (in particolare Luca Zaia e Massimiliano Fedriga) che hanno già messo nero su bianco l'intenzione di posticipare al 31 gennaio le riaperture perché l'indice dei contagi non consentirebbe un livello di sicurezza adeguato. «È semplicemente pazzesco che, a poche ore dalla riapertura delle scuole, milioni di italiani ancora non sappiano se e come riprenderà la didattica. La confusione regna sovrana, l'unica certezza riguarda l'incapacità del ministro Azzolina e di tutto il governo Conte», dichiara il capogruppo di Fdi Francesco Lollobrigida.
Si fanno sentire anche le associazioni di categoria con il presidente di Fiepet Confesercenti, Giancarlo Banchieri, che chiede «risorse sostanziose per ristoranti e pubblici esercizi. Altrimenti molte chiuderanno prima della fine della pandemia». E sempre da Confesercenti arriva l'allarme in vista dei saldi.
«Se a questa complicata situazione si aggiungessero restrizioni nel fine settimana, sarebbe un disastro, nella versione rossa, che costringerebbe i negozi a chiudere: l'effetto saldi si manifesta soprattutto nei primissimi giorni».
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