"È una legge elettorale che ci riporta indietro di decenni". Il giudizio di Giancarlo Giorgetti nei confronti della legge proporzionale voluta da Movimento 5 Stelle e Partito democratico è estremamente negativo. Alla fine l'ultima parola sull'indirizzo da prendere spetterà comunque a Matteo Salvini, ma il numero due della Lega ha voluto lanciare un avvertimento chiarissimo: qualora dovesse passare il sistema elettorale auspicato dal governo giallorosso, il Carroccio "dovrà avviare un movimento verso il centro, oppure correrà il rischio di essere annientato". La speranza dei vertici del partito è che nei prossimi giorni si possa parlare meno di processi e lasciare ampio spazio ai temi che rappresentano le fondamenta per il futuro politico.
Rischiare di isolarsi continuando a sposare solamente la causa sovranista oppure aprire i propri orizzonti anche a realtà simili ma più moderate? Una linea che deve essere ancora decisa. Indubbiamente la leadership di Salvini rischia di essere azzoppata a causa dei colpi delle varie procure, ma almeno per il momento è fuori discussione un cambio di guida. Cosa ben diversa, invece, è chiedere una correzione di rotta. "Certo, a forza di menare, menare, menare, nessuno ne uscirebbe bene, sfiderei chiunque...", fa notare l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
Apertura al Ppe
Lo stato maggiore leghista ha messo a punto la tre giorni per presidiare Catania e per esplicitare vicinanza al leader che oggi andrà a processo nell'ambito del caso Gregoretti. Anche lo stesso Giorgetti ha voluto presenziare: nonostante avesse degli impegni altrove, ha deciso di rinunciarvi "pur di non leggere quel che avreste scritto in caso di mia assenza". E resterà anche per l'udienza. La convinzione è che, così come altri processi, "finiranno nel nulla per la Lega". L'unico grande assente è Luca Zaia a causa di "impegni sul territorio".
Giorgetti infine, nel colloquio con La Repubblica, è intervenuto sulla questione dei rapporti con l'Europa. A suo giudizio bisogna aprire a un dialogo con il Ppe, che non significa in alcun modo farne un matrimonio. "Dobbiamo prendere atto che l'Europa esiste, piaccia o no. E io ritengo che il partito che governa in quindici regioni ed è primo in tutti i sondaggi, una Lega di governo, debba confrontarsi con chi comanda in Europa, ovvero il Ppe", ha precisato. E nel Ppe è determinante "la Cdu tedesca". Un'occasione che potrà essere colta al balzo proprio ora che si va verso il rinnovo della segreteria della Cdu: potrebbe essere importante avviare un dialogo con chi guiderà quel partito.
"Non vuol dire che bisogna smettere di essere sovranisti, ma di vivere questa accezione nel senso che la sovranità appartiene al popolo. Che poi, se ci pensate, anche Orban è in quel partito e mica lo cacciano, ci sarà un perché", ha concluso Giorgetti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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