Botta e risposta tra il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori e la Regione Lombardia sui dati relativi a morti e guariti da coronavirus. Ha iniziato il primo cittadino accusando la giunta Fontana di nascondere i numeri per provincia. Poi l’amministrazione regionale ha precisato in una nota che “sostenere, per alimentare la polemica politica e senza alcun riscontro veritiero, che la Regione secreti i dati non fa onore a chi rappresenta le Istituzioni”.
Lo scontro a distanza
In mattinata Giorgio Gori ha denunciato su Twitter di aver letto “che in Lombardia ieri ci sono stati 32 decessi per Covid. Non si sa però dove, in quale provincia, perché la Regione non comunica più i dati divisi”. Il sindaco bergamasco è andato giù duro sottolineando che “da quando abbiamo segnalato che i decessi reali erano molti di più di quelli ufficiali, hanno secretato i dati per provincia”.
Il primo cittadino ha evidenziato che non vengono comunicati nemmeno i numeri sui guariti, aggiungendo che si tratta di un dato importante per comprendere quanto oggi siano poche le persone ammalate. Poi ha auspicato “che il nuovo Dg della Sanità Marco #Trivelli parta da qui, dai dati e dalla #trasparenza".
Leggo che in #Lombardia ieri ci sono stati 32 decessi per #Covid. Non si sa però dove, in quale provincia, perché la Regione non comunica + i dati divisi.
— Giorgio Gori (@giorgio_gori) June 11, 2020
Da quando abbiamo segnalato che i decessi reali erano molti di + di quelli “ufficiali”, hanno secretato i dati per provincia.
Un attacco pesante al cuore dell’amministrazione regionale, che ha immediatamente replicato alle accuse del sindaco Pd. La Regione ha infatti precisato che quanto riportato da Gori “non corrisponde al vero ed è privo di qualsiasi fondamento. La diffusione dei dati relativi al coronavirus da parte della regione Lombardia verso le autorità sanitarie e verso i mezzi di informazione - prosegue la nota - non è cambiata e continua a essere la stessa”.
Gli attacchi alla Regione
Intanto l’assessore al Welfare, Giulio Gallera, ha espresso il desiderio che si fermino gli attacchi contro la giunta lombarda. In un’intervista a Il Giornale, ha messo in guardia da quanto avvenuto negli ultimi tempi con le scritte “assassino” sui muri rivolta al presidente Fontana ma anche alle dichiarazioni arroganti di qualche politico. Gallera ha detto che “non si può arrivare a questo punto, mi sembra che la situazione stia sfuggendo di mano - ha precisato l'esponente della giunta regionale -. Avremo anche fatto degli errori ma attacchi verbali così violenti sono inaccettabili, è ora di rallentare e tornare a toni da dialettica politica”.
Poi ha ricordato di avere subito minacce
anche lui, in particolare articoli, attacchi sui social e mail in cui veniva apostrofato come “assassino”. Gallera ha denunciato tutto alla Digos e ha raccontato di non aver mai pensato di trovarsi in una situazione simile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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