Via al grande piano per rilanciare la montagna

Turismo, ambiente e ripopolamento: Gelmini presenta il programma da 800 milioni

Via al grande piano per rilanciare la montagna

Difendere la montagna, contrastandone lo spopolamento e l'impoverimento. Rilanciarla come risorsa economica, turistica e ambientale. Creare un tavolo scientifico che abbia il compito di offrire proposte concrete per arrivare a una legge organica e nazionale entro l'anno.

Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali, incontra associazioni, Regioni, Province e Comuni e presenta la sua strategia ai protagonisti dei territori, un comitato, coordinato da Luca Masneri, sindaco di Edolo (Brescia), che si compone di 40 membri tra cui ricercatori, giuristi, professionisti e associazioni di categoria (maestri di sci, Cai, collegio nazionale guide alpine).

«Abbiamo la necessità di concretizzare il percorso intrapreso con gli Stati Generali della Montagna, che, attraverso il coinvolgimento di tutti i principali stakeholder nazionali, ha permesso di mappare le multiformi esigenze che riguardano la montagna italiana - dice la Gelmini -. Ora dobbiamo passare dalla mappatura dei problemi all'individuazione delle soluzioni». «È necessaria la predisposizione di una Nuova Legge per la Montagna in grado di fornire una definizione puntuale di comune montano, oggi infatti troviamo più definizioni della montagna giuridica».

Il ministro annuncia la nascita di 30 green communities che «pur essendo già previste dalla legge finanziaria per il 2016, non avevano sino a ora trovato alcuna concretizzazione sotto il profilo della programmazione finanziaria». E rivendica quanto fatto dal governo per la montagna «in particolare con i due decreti sostegni: non c'è altro comparto che abbia avuto un fondo ad hoc così consistente. Nei due dl, sono stati stanziati 800 milioni, 700 milioni con il Sostegni 1 e altri 100 milioni con il Sostegni bis. Sono risorse che si sommano al contributo a fondo perduto, previsto da questi decreti, destinato proprio a quelle attività che hanno avuto maggiori danni per effetto dei lunghi periodi di stop, ed è quindi facile prevedere che una parte di queste risorse aggiuntive andranno ad attività economiche e turistiche che si collocano in comuni montani. Sono montani oltre il 40% dei Comuni italiani, lungo tutta la Penisola. E hanno una loro specificità perché la montagna italiana non ha paragoni. Ma una cosa è visitare la montagna, altra cosa è viverla. E sono circa 8 milioni gli italiani che vivono stabilmente in montagna».

Il segnale è importante e i riscontri positivi. «Lo sviluppo della montagna è lo sviluppo di tutto il Paese, è un'opportunità - dice il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga -.

Per tanti anni le istituzioni hanno guardato alle politiche della montagna come qualcosa che non poteva dare frutti. Oggi, finalmente, è cambiata la prospettiva». Entusiasta anche il vicepresidente dell'Anci, Roberto Pella. «Per la prima volta le risorse sono cospicue».

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