Bologna - Prima la standing ovation nel giorno dell'addio. Adesso una lettera che trasuda fantozziano servilismo. «Caro presidente», comincia così la missiva inviata agli oltre cinquemila dipendenti della Regione Emilia-Romagna per esprimere qualche cosa di più dell'affetto nei confronti di Vasco Errani, ex governatore dell'ente di viale Aldo Moro. Ai dirigenti è sembrato così automatico e doveroso esprimere vicinanza al presidente, dimessosi dopo la condanna in appello sul caso Terremerse che aveva coinvolto il fratello, condannato nei giorni scorsi in primo grado per la stessa vicenda. Errani viene ringraziato per il «prezioso lavoro e lo straordinario impegno che hai dedicato alla nostra Regione». Notare quel tu: certo, non si richiedeva uno stile sabaudo pre unitario, ma dato che spesso la forma è sostanza, quel modo di rapportarsi sembra indice di grande confidenza. Infatti i vertici regionali ricordano dell'ex governatore anche «la ricchezza dei valori e l'alto senso delle istituzioni che ci hai trasmesso».
Senza dimenticare, con piglio da veterano che saluta il proprio condottiero «lo stile con il quale ci hai guidato, contraddistinto da impegno, sobrietà, ascolto e orgoglio». Insomma, per Errani non poteva esserci «inchino» migliore. La cosa non è sfuggita al consigliere del gruppo misto Giovanni Favia che ha pubblicato la lettera sul suo blog . Sottolineando come la e-mail fosse partita dalla posta elettronica aziendale del direttore generale, di nomina politica a firma Errani, a tutti i capi servizi. «Un'azione di sistema, non improvvisata», fa notare. E nemmeno privata.
Favia, infatti, ha ricostruito come la missiva sia arrivata al singolo dipendente attraverso canali istituzionali. «Nelle e-mail viene chiarito che personale di segreteria passerà a raccogliere le firme di chi c'è e aderisce, ovvero le sottoscrizioni dei dipendenti all'iniziativa voluta dal vertice dell'Amministrazione». Insomma: una spada di Damocle sul capo del povero dipendente, il quale, sa che nel caso non aderisse, il suo caposervizio e poi il suo direttore generale lo tacceranno per il resto dei suoi giorni di dissidente.
Il dipendente, infatti, gode di benefit che vengono attribuiti a seconda del giudizio che il capo servizio dà sul singolo dipendente. Insomma: il timore è che ci si ritrovi di fronte al mega direttore galattico seduti sulla sedia di pelle umana. L'ex grillino Favia premette che «non voglio pensar male», ma fa notare che «in tutto ciò qualcosa non torna: la lettera di ringraziamento ad Errani è un sostegno politico di parte. È corretto che dalla posta regionale delle direzioni generali venga proposta a cinquemila dipendenti una sottoscrizione del genere? Il ringraziamento personale ad Errani, qualsiasi dipendente ha possibilità di farlo in piena libertà scrivendo spontaneamente e non spintaneamente alla posta della presidenza. Questo preconfezionamento lo ritengo del tutto inopportuno».
Il tutto mentre la gestione Errani tecnicamente non è ancora finita. Il consiglio Pd-Idv che lo sosteneva, infatti, è ancora al lavoro. Pochi giorni fa si è ritrovato per alcuni adempimenti di particolare urgenza prima di considerare cessata definitivamente la legislatura.
Tra questi i 50mila euro per promuovere gli idiomi locali, l'utilizzo di farmaci a base di cannabis per scopi terapeutici, un assestamento al bilancio nel quale è spuntato mezzo milione di euro per i rom. Tutte iniziative particolarmente urgenti, come la lettera. Urgenti con la campagna elettorale alle porte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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