Grecia, ventre molle d'Europa fra crisi, immigrazione e Isis

Senza governo, nel mirino del terrorismo islamico e con l'economia disastrata il Paese Ue più vicino all'Oriente è allo sbando. E ora l'Unione teme il contagio

Grecia, ventre molle d'Europa fra crisi, immigrazione e Isis

Le parole non mentono. Caos è un termine greco, e non sembra un caso. È la carta d'identità di un paese allo sbando. La Grecia non ha un presidente della Repubblica e neppure un governo. Atene è il ventre molle dell'Europa e una ferita aperta a un passo dall'Italia. Il «mostro» che terrorizza i burocrati di Bruxelles e fa tremare le borse internazionali. Il caos. Tabula rasa . Un deserto spianato dal rigore della Troika e dall'austerità della Merkel, da quell'Europa feroce che qui ha generato, per reazione, il suo esatto opposto: il movimento anti euro più forte di tutto il Continente. Ma sprofondando nella spirale della recessione il paese è diventato una mina vagante.

Una voragine che inghiotte tutto e poi lo risputa ai suoi vicini di casa. E nel vicinato ci siamo anche noi. Sul traghetto (italiano) partito dalla Grecia e diretto ad Ancona c'era un numero imprecisato di clandestini. Imprecisato perché a distanza di tre giorni dalla sciagura nessuno sa ancora dire con precisione chi ci fosse a bordo della nave, né le autorità greche, né quelle albanesi e tantomeno quelle italiane.

Clandestini che sarebbero arrivati da noi, ovviamente. Come i settecento siriani alla deriva su una nave moldava, avvistati all'altezza di Corfù e ancora una volta indirizzati verso gli «accoglienti» lidi italiani.

La Grecia senza governo, la Grecia allo sbando è un problema per tutta Europa e specialmente per l'Italia. Perché il caos è un ambiente fertile in cui possono germogliare tutte le illegalità e crescere i fondamentalismi, di qualunque genere e colore: dalla sinistra radicale di Tsipras alla destra neo nazista di Alba Dorata.

A un passo da noi. A poche miglia marittime dai nostri porti. Una Grecia fuori controllo, affamata dalle banche, spremuta da Berlino e mortificata dal guinzaglio di Bruxelles (non dimentichiamoci che c'è anche chi ha pensato di ipotecare il Partenone per garantire i debiti), è un far west buono per delinquenti e terroristi. Una terra di mezzo che avvicina ulteriormente la Turchia all'Occidente e in un momento così delicato rischia di essere la porta di ingresso per i fanatici tagliagole. Kobane, la città siriana messa a ferro e fuoco dagli islamici, è a un tiro di schioppo dalla Turchia.

I terroristi dell'Isis, le bestie che sognano di mettere la loro bandiera nera nel cuore di Roma, non vedono l'ora di potersi infilare nelle zone oscure della legalità per poter organizzare la loro jihad. In quelle carrette del mare, che spesso sono borghesissimi traghetti, può entrare chiunque.

Ma la Grecia è anche una terra benedetta dalla cultura, carezzata dal sole e nutrita da un mare che è più che mai nostrum . Italia e Grecia bagnano i piedi nella stessa tinozza di acqua tiepida. «Una faccia, una razza», sono accolti con queste parole i turisti italiani quando sbarcano in Grecia. Nel nome dell'antico rapporto e di un legame che è sempre stato stretto. Eppure la patria del pensiero occidentale, è diventata un buco nero scavato nella pancia del Continente. Lo abbiamo capito in questi giorni per colpa di questa tragedia di acqua e fuoco.

Abbiamo capito che il punto debole di questa Europa sbilenca, che sa fare i conti coi soldi ma non sa farli con se stessa, è proprio la nostra antica vicina di casa.

Insomma, se Atene piange anche Roma è sull'orlo della crisi di nervi.

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