Grillo bullizza gli abruzzesi: "Ridateci soldi e ambulanze"

La ritorsione del fondatore deluso dal voto alle Regionali E ai No Vax che lo contestano: «Non sono più il capo»

Grillo bullizza gli abruzzesi: "Ridateci soldi e ambulanze"

Toccategli tutto, a Beppe Grillo, ma non il portafoglio. E invece quegli ingrati degli abruzzesi se ne sono infischiati. La comprensibile delusione del capocomico dei Cinque Stelle è quindi traboccata l'altra sera sul palco.

«Io accetto tutto, che il popolo abruzzese abbia deciso e ha fatto benissimo. Chiedo solo una cosa, ufficialmente: che ci diano indietro i 700mila euro che gli abbiamo dato l'anno scorso, le 4 ambulanze e gli spazzaneve a turbina», ha tuonato. L'anziano fondatore di M5s si trovava in quel di Bologna per uno spettacolo del tour con cui cerca di guadagnarsi la pagnotta. Ma, ormai da molti anni, la verve comica si è appannata e gli show di Grillo sono per lo più stanchi comiziacci e verbose invettive politiche. Stavolta poi è dovuto salire in scena con il groppo ancora in gola per la débâcle abruzzese del suo partito. E si è sfogato: gli è uscita così, dal cuore. E chissà quanto si è morso la lingua, quando ha capito di averla fatta proprio grossa. Offendendo gli abruzzesi, che evidentemente in casa grillina pensavano di essersi comprati a quel modico prezzo, e offrendo su un piatto d'argento ai suoi avversari gli argomenti per accusarlo di «voto di scambio».

I 700mila euro che rivuole indietro dagli abruzzesi sono quelli con cui il Movimento Cinque Stelle aveva avuto l'ideona di aprire, nell'autunno, la campagna elettorale nella Regione. Con le somme della quota di stipendio versata per una legislatura dai consiglieri regionali si era deciso di comprare qualche ambulanza e spazzaneve da «regalare» agli abruzzesi. Solenne cerimonia, con Gigino Di Maio in prima fila e grandi sorrisi. Domenica scorsa la brutta sorpresa: dal 40% del 4 marzo il partito grillino è precipitato sotto al 20%. In barba alle ambulanze comprate col sudore della fronte degli eletti. Uno choc. Grillo confida dal palco che, per curarlo, prende «il Maalox con la vaselina», e ribadisce: «Gli abruzzesi hanno fatto la loro scelta, ma ora dovrebbero dire che le cose che gli abbiamo dato noi ve le ridiamo indietro, è giusto o no?». La platea (non affollata) è rimasta fredda, poi lo spettacolo è sfuggito di mano perché una banda di No-Vax ha cominciato ad ululare contro il «tradimento» dell'ex comico, colpevole di aver firmato un manifesto pro-vaccini. Grillo è andato in tilt e si è difeso così: «Non sono più il capo politico di un partito. Con quello che ho fatto io per questo paese non venite a menarmela a me, non me lo merito. Questa è la totale mancanza di informazione». Caos, spettacolo sospeso, uscita di scena di Grillo. Sipario.

«Quella di Grillo non è una battuta, è il modello di democrazia che i populisti hanno in testa», accusa Matteo Renzi. «Per i Cinque Stelle è iniziato un declino irreversibile, come testimoniano quelle frasi intimidatorie», incalza da Fi Schifani. «Le dichiarazioni di Grillo superano la comicità - dice Rampelli di Fdi - chiedere indietro agli abruzzesi i 700mila euro donati dai consiglieri regionali fa rima con voto di scambio. Se tanto mi dà tanto, che succederà con il reddito di cittadinanza?».

E dall'Abruzzo parte una ironica colletta via Facebook, lanciata dall'avezzanese Giovanni Di Bastiano con questo slogan: «L'Abruzzo non si compra, restituiamo soldi, ambulanza e spala neve al Movimento 5 stelle!». I primi versamenti sono già arrivati, e chissà se Di Maio parteciperà al Restitution Day all'incontrario.

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