I toni restano da fair play solo ufficialmente. Ormai neanche troppo sottotraccia, infatti, la distanza che separa Stefano Parisi e i colonnelli di Forza Italia si va facendo siderale. Una incompatibilità non solo politica (sia su come concepire le alleanze all'interno del centrodestra sia sul come relazionarsi con Matteo Renzi), ma anche e soprattutto culturale e umana. Una divergenza di vedute così evidente che sono i diretti interessati a non farne ormai più mistero. Da entrambi i fronti. Purché, ovviamente, non sia a favore di telecamere o a taccuini aperti.
Così, se Stefano Parisi è convinto che «la vecchia classe dirigente di Forza Italia sia già di fatto finita», allo stesso modo Giovanni Toti non esita a definire l'ex direttore generale di Confindustria come un «piccolo Monti troppo incline al centro e ai buoni salotti e lontano dalla gente». E quella del governatore della Liguria è nella sostanza la posizione di buona parte dello stato maggiore azzurro, al momento diviso tra tre correnti di pensiero. La prima - quella di Toti - raccoglie quelli che non esitano a puntare il dito contro l'operazione Parisi. La seconda, minoritaria, rappresenta chi - come Antonio Tajani - sostiene invece il progetto portato avanti dal manager milanese. La terza, decisamente maggioritaria, raccoglie il corpaccione di Forza Italia, diffidente e per nulla in sintonia con Parisi, ma comunque in attesa silenziosa alla finestra, per poi al momento opportuno buttarsi sul carro del cosiddetto vincitore.
Il punto, però, è capire se davvero ci sarà un vincitore. Perché la storia - recente e meno recente - racconta che nei tanti dividi et impera che hanno attraversato Forza Italia in questi anni di vincitori non ce ne sono stati. E questo anche per colpa del fatto che i papabili di turno hanno pensato di potercela fare da soli e contro i loro avversari interni. La storia potrebbe ripetersi oggi, con Parisi che è indigesto ai big di Forza Italia. D'altra parte, lo stesso Toti ebbe i suoi problemi quando solo tre anni fa passò dalle tv Mediaset alla politica.
Insomma, in attesa che l'esito del referendum chiarisca quale sarà lo scenario dei prossimi mesi, lo scontro che si sta consumando tra Parisi e Forza Italia potrebbe - per quanto sotterraneo - concludersi senza nessun vincitore. Ed è forse per questa ragione che ormai da settimane lo stesso Silvio Berlusconi va predicando prudenza, invitando tutti a seppellire l'ascia di guerra.
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