Il caso Noa Pothoven, la ragazza che ha chiesto l'eutanasia perché soffriva di depressione dopo uno stupro continua a far discutere. E in Italia il Movimento Cinque Stelle torna alla carica proponendo una legge proprio sul fine vita assistito. La proposta a prima firma Sarti prevede l'opportunità di ricorrere al "suicidio medicalmente assistito e il trattamento eutanasico purchè il soggetto sia maggiore di età, capace di intendere e di volere, affetto da una condizione clinica irreversibile, ovvero da una patologia a prognosi infausta che non sia di natura psichiatrica o psicologica, tale da procurargli sofferenze evidenti, insostenibili e irreversibili, può chiedere in modo inequivocabile e come espressione piena della propria libera autodeterminazione di sottoporsi al suicidio medicalmente assistito o al trattamento eutanasico".
Poi la proposta di legge parla anche dei parametri da rispettare per la richiesta dell'eutanasia: "La richiesta deve essere espressione di una scelta libera, attuale e consapevole, ponderata e volontaria e deve essere rivolta al medico che ha in cura il paziente ovvero a un medico fiducia del paziente, nonchè al suo medico di medicina generale".
Infine viene affrontato un tema molto importante, quello dell'obiezione di coscienza: "Viene riconosciuta e disciplinata l’obiezione di coscienza del personale sanitario ed esercente le attività ausiliarie; in ogni caso, le strutture del Servizio sanitario nazionale sono tenute a garantire il rispetto della volontà manifestata dal paziente e qualora tale diritto non sia garantito, la struttura, ferme restando le conseguenze penali o civili, deve provvedere al risarcimento del danno morale e materiale provocato". Insomma toccherà poi alla struttura ospedaliera risarcire il paziente nel caso in cui i medici si oppongano al processo che prevede l'eutanasia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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