La corsa forcaiola e giustizialista è solo all'inizio. La battaglia tra M5s e Lega sul caso Siri potrebbe durare a lungo e avere esiti davvero imprevedibili. Già, perché i 5 Stelle non hanno alcuna intenzione di rinunciare alle dimissioni del sottosegretario indagato e proseguono nel loro pressing sulla Lega. E per mettere pressione sul Carroccio usano anche le parole del pm Di Matteo che in un'intervista a Repubblica di fatto ha sganciato un vero e proprio "siluro" contro il Carroccio. "Da sempre, il potere mafioso ha una grande capacità di cogliere i segnali che arrivano dalla politica e dalle istituzioni - ragiona Nino Di Matteo - in questi giorni, sta registrando sensibilità diverse nelle due forze di governo, i Cinque Stelle e la Lega. I primi chiedono le dimissioni del sottosegretario indagato per corruzione in una più ampia vicenda che porta a Trapani, gli altri lo difendono".
Poi l'affondo più duro: "I mafiosi capiscono subito su chi poter fare affidamento. La difesa a oltranza di un indagato per contestazioni di un certo peso potrebbe essere, in questo come in altri casi, un segnale che i poteri criminali apprezzano". A questo punto i grillino salgono sul carro e usando le parole del pm vanno all'attacco: "Le parole del sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia, Nino Di Matteo, espresse in una intervista a Repubblica, siano un faro per ogni forza politica.
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