1) La foto del profilo non è (quasi) mai una loro foto. Troppo nazionalpopolare. Mettono solo frammenti di film di qualche regista polacco mai distribuiti fuori dalla circonvallazione di Varsavia.
2)Le foto delle vacanze vanno bene solo se si è nel terzo mondo o in un campo profughi. Rigorosamente camuffati da indigeni e nell'atto di solidarizzare con gli abitanti del luogo. Il colore (degli abitanti del luogo) deve essere intonato alla nuance dei sandali Birkenstock.
3) Su Twitter parlano tra loro di cose che capiscono solo loro. Snobismo 2.0.
4) Sì al selfie, ma solo se ha un significato sociale e politico. Possibilmente con un cartello in mano che sostiene la battaglia di qualche gruppo di contadini ugandesi.
5) Il cibo non esiste. Esiste solo il food. Da fotografare e postare, ma a tre condizioni: che sia a km 0 (va bene anche se è stato coltivato nella rotatoria di Piazzale Loreto), etnico o equo e solidale.
6) Il meteo è il prolungamento della politica coi mezzi della natura. Lo condividono (sui social) per educare all'ecologismo estremo.
7) La reflex. Più che uno strumento fotografico è un monile, una collana da appendere al collo. Anche se non si è in grado di utilizzarla. Preferiscono Flickr a Instagram, troppo plebeo.
8) La petizione on line è la nuova forma di contestazione.
Va bene per risolvere tutto: dal cambio degli stuoini nel condominio (meglio sostituirli con piccoli kilim) alla fame nel mondo.9) Youporn è troppo pop. Forse anche sessista, potrebbe addirittura essere di destra con quello sfondo nero... Preferiscono i siti intellettual-erotici o spulciare tra le pagine osè di Tumblr.
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