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I contagi in salita, allerta in 5 regioni. Friuli e Bolzano sull'orlo del giallo

Dati in aumento a Trieste e Gorizia. L'Alto Adige cambia fascia con un ricovero in più. Più a rischio i territori con pochi immunizzati. In sette giorni i contagi sono cresciuti del 39% e i decessi del 30%

I contagi in salita, allerta in 5 regioni. Friuli e Bolzano sull'orlo del giallo

Questione di colori. Questione di numeri. L'Italia è da diversi mesi interamente in bianco, da giugno soltanto Valle d'Aosta, nella coda della terza ondata, e la Sicilia per qualche settimana tra settembre e ottobre, hanno conosciuto il giallo, che nel semaforo stabilito dal ministero della Salute in realtà sposta poco rispetto a ciò che è consentito in bianco. Ma presto le cose potrebbero cambiare. Ci sono due territori che rischiano grosso nei prossimi giorni: Friuli-Venezia Giulia (soprattutto trieste e Gorizia) e provincia autonoma di Bolzano. Forse il cartellino giallo non scatterà questa settimana, perché la cabina di regia il venerdì dà le pagelle sulla base dei dati del mercoledì. Ma ci sono poche speranze di evitare il castigo la prossima settimana.

Prima di tutto riepiloghiamo i criteri fissati qualche mese fa dai tecnici del ministero. Sono tre: il primo è l'incidenza dei contagi, ovvero il numero di casi rilevati negli ultimi sette giorni rapportato a 100mila abitanti. Gli altri due hanno a che fare con la pressione sugli ospedali: si tratta della percentuale di letti in area non critica e in terapia intensiva occupati rispetto a quelli a disposizione. Si finisce in giallo con l'incidenza sopra i 50 casi ogni 100mila abitanti, con l'occupazione delle aree non critiche sopra il 15 per cento e con quella delle terapie intensive sopra il 10; si va in arancione con i tre dati rispettivamente a 150, al 30 per cento e al 20 per cento; si va in rosso sopra quota 250, 40 per cento e 30 per cento.

In base all'incidenza dei contagi attualmente Alto Adige (397) e Friuli-Venezia Giulia (265) sarebbero già in rosso, mentre in giallo sarebbero Veneto (136), Liguria (118), Lazio (105), Marche (100), Emilia-Romagna (97), Campania (94), Valle d'Aosta (92), Abruzzo (82), provincia autonoma di Trento (82), Toscana (74), Sicilia (72), Lombardia (68), Piemonte (63), Umbria (63) e Calabria (61). In sicurezza finora soltanto Molise (45), Puglia (40), Basilicata (35) e Sardegna (34). Secondo una proiezione realizzata dal gruppo di lavoro Made dell'Associazione italiana di epidemiologia, dfra due settimane cinque regioni potrebbero superare i 250 casi ogni 100mila abitanti (Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Valle d'Aosta, Liguria e Bolzano) ma secondo i nostri calcoli questa previsione è un po' esagerata. Quel che è certo è che negli ospedali in Friuli-Venezia Giulia si supera già la linea dell'allarme (13,14 per cento), mentre Marche (9,66) e Bolzano (9,00) sono sull'orlo del baratro. Tutte le regioni sono ancora sotto quota 15 in area non critica, ma Bolzano (14,28), Friuli-Venezia Giulia (12,37) e Calabria (12,10) sono messe male. In pratica a Bolzano manca un solo ricoverato in terapia intensiva e un solo in area non critica in più nei prossimi giorni per finire nei guai. Lo stesso per il Friuli-Venezia Giulia teatro delle proteste No Vax con altri 34 ricoverati ordinari.

Il bollettino di ieri registra 5.144 nuovi contagi, in aumento rispetto al lunedì 8 novembre, quando erano stati 4.197. Questa settimana è probabile che, tra giovedì e venerdì, si torni a superare quota 10mila come non accade dall'8 maggio. L'incidenza dei contagi a livello nazionale, con 52.265 casi negli ultimi sette giorni, sale a 88,20, in aumento del 39,47 per cento rispetto ai 37.474 dei sette giorni precedenti. Sale al 2,06 la percentuale di tamponi positivi rispetto al totale di quelli processati (248.

825), che torna a superare il 2 come non accadeva dal 13 settembre. I morti sono stati 44, il totale dell'ultima settimana è di 396, con un aumento del 30,69 per cento rispetto ai 303 dei sette giorni precedenti. I ricoveri sono 4.283 (+178), quelli in terapia intensiva 475 (+17).

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