
Il procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, il suo vice Stefano Civardi, il sostituto procuratore Valentina De Stefano: sono questi i tre magistrati che ora covano il dubbio che in carcere per il delitto di Garlasco ci sia la persona sbagliata. Se davvero Alberto Stasi fosse ancora considerato colpevole «aldilà di ogni ragionevole dubbio», se le prove a suo carico fossero considerate granitiche come le hanno ritenute a suo tempo la Corte d'appello di Milano e la Cassazione, la nuova inchiesta non avrebbe senso. Perchè se Stasi è colpevole non può esserlo anche Sempio, e viceversa. Quasi impossibile che ad uccidere Chiara siano stati due assassini. Del tutto impossibile siano stati insieme Stasi e Sempio, il fidanzato della ragazza e l'amico del fratello minore: che hanno cinque anni di differenza di età, e nemmeno si conoscono.
L'ostinazione con cui la procura di Pavia ha chiesto per due volte la riapertura delle indagini a carico di Sempio, fino a ottenere il via libera della Cassazione nel novembre scorso, dimostra quanto i nuovi inquirenti siano convinti della consistenza della nuova pista; e di come ritengano che la prima indagine su Sempio, nata dalle indagini difensive dei legali di Stasi, sia stata archiviata nel 2017 troppo frettolosamente. Ora si scava davvero, ma con tutte le difficoltà create dal tempo trascorso. E con il rischio che alla fine non si venga a capo di niente.
Un passaggio chiave, dopo che il suo Dna sarà stato analizzato e profilato, sarà prima o poi l'interrogatorio di Sempio. Che si troverà a dover fornire nuove spiegazioni alle incongruenze già emerse otte anni fa. A partire da quelle che riguardano il suo alibi: la presenza a Vigevano nelle ore in cui Chiara veniva uccisa. Dovrà rispondere ad alcune domande che otte anni fa non gli vennero fatte. Quale urgenza lo spinse, un lunedì mattina a ridosso di Ferragosto, ad andare a Vigevano alla difficile ricerca di una libreria aperta, che infatti non trovò? Come mai il suo telefono cellulare non aggancia mai le celle di Vigevano, rimanendo sempre solidamente collegato a quelle di Garlasco? Quanti giorni dopo l'omicidio di Chiara suo padre trovò sull'auto di famiglia lo scontrino del parcheggio di Vigevano, che venne provvidenzialmente conservato dalla madre di Andrea, e diventò il suo alibi? E poi ci saranno le domande sui suoi movimenti nella casa dei Poggi: quante volte, dove, in quale stanze. Sui rapporti con Chiara. E su quelle telefonate non del tutto spiegabili fatte sul numero di casa dei Poggi, all'inizio di agosto, quando Marco e i genitori erano partiti, e Chiara era a casa da sola.
Se anche stavolta Sempio saprà rispondere in modo convincente a queste domande, è possibile che l'inchiesta finisca in niente. L'avviso di garanzia era un atto obbligato, gli accertamenti saranno compiuti, ma alla fine i pm si convinceranno di non avere in mano nulla - se non gli evanescenti risultati del Dna - a indicare in Sempio come il possibile colpevole del delitto di diciotto anni fa.
E a quel punto l'unico risultato dell'inchiesta bis sarà stato mettere nero su bianco che anche dei magistrati non hanno ritenuto certa, aldilà di ogni dubbio, la colpevolezza di Alberto Stasi: che intanto continuerà a scontare la sa pena.LF
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