I giudici: "I No Tav innocui" Loro ripartono con le molotov

Altro ordigno sulla Venezia-Padova. Ma per le toghe questi antagonisti non sono né pericolosi, né terroristi

I giudici: "I No Tav innocui" Loro ripartono con le molotov

La giustizia li «bacchetta» in modo lieve e loro continuano a mettere molotov in giro per l'Italia. Ieri è stata depositata la motivazione con cui la Corte d'Assise di Torino ha assolto dall'accusa di terrorismo i quattro No-Tav, responsabili dell'assalto al cantiere della Torino-Lione, nel maggio 2013. Il 17 dicembre scorso i quattro attivisti sono stati condannati a tre anni e sei mesi, ma non sono stati ritenuti colpevoli di terrorismo, perché secondo i giudici non intendevano «attentare alla vita o all'incolumità delle persone presenti nel cantiere».

«In Val di Susa non si vive affatto una situazione di allarme da parte della popolazione - si legge - e nessuna delle manifestazioni violente fino a ora compiute ha inciso, neppure potenzialmente, sugli organismi statali interessati alla realizzazione dell'opera». La minaccia portata al cantiere, secondo la Corte presieduta da Pietro Capello, non è stata di dimensioni tali da rientrare nella previsione normativa per configurare il reato di terrorismo. «In sostanza - scrivono i giudici - non si ritiene che la programmazione emersa dal tenore delle telefonate oggetto di intercettazione, dal numero di soggetti concorrenti, dalle armi proprie o improprie utilizzate fossero di per sé tali da incidere, anche solo potenzialmente, sulla volontà dello Stato di proseguire i lavori programmati».

«Inoltre - ribadisce la Corte d'Assise - appare altresì incontrovertibile la mancanza, in capo agli imputati, della volontà di attentare alla vita o all'incolumità delle persone presenti nel cantiere. Volontà che non deve essere confusa con l'accettazione del rischio che quell'evento si realizzi». Magari non si realizza, ma la paura c'è sempre, ed è uguale, ogni volta che bottiglie riempite di liquido incendiario vengono trovate sulle linee ferroviarie. Solo una settimana due erano state piazzate sulla linea Roma-Firenze, all'altezza della stazione di Settebagni, e sulle grate di protezione dei pozzetti compariva la solita scritta «No Tav».

Ieri un'altro ordigno è stato scoperto a Fornase di Spinea, sulla Venezia-Padova, in un

pozzetto dei cavi elettrici della linea dell'Alta Velocità. Secondo gli investigatori questa sarebbe uguale a quelle trovate inesplose a Roma e Firenze questo mese, e nel capoluogo toscano, a Bologna e Milano lo scorso dicembre.

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