I quattro capi di Trenord e Rfi indagati per la strage del treno

La Procura: un atto dovuto nei confronti dei manager per consentire ai vertici di partecipare agli accertamenti

I quattro capi di Trenord e Rfi indagati per la strage del treno

Milano - A quattro giorni dal disastro di Pioltello arrivano i primi indagati. Sono gli amministratori delegati di Rete ferroviaria italiana e di Trenord Maurizio Gentile e Cinzia Farisè, il direttore produzione di Rfi Umberto Lebruto e il direttore operativo di Trenord Alberto Minoia. Le ipotesi di reato sono di disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose.

Le iscrizioni sono state decise ieri, una volta definiti gli organici delle due società coinvolte. Dopo una lunga riunione degli inquirenti al quarto piano della Procura di Milano, durante la quale gli investigatori della Polfer e della Guardia di finanza hanno riferito al procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e ai pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti. Quello della Procura è un atto dovuto, per permettere agli indagati di partecipare, attraverso i propri legali e consulenti, ai futuri accertamenti e alle autopsie sulle tre vittime. In vista delle perizie tecniche oggi saranno notificati gli avvisi di garanzia.

Anche le due aziende saranno presto indagate in base alla legge numero 231 del 2001 sulla responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi commessi dai dipendenti. Sempre ieri sono stati formalmente conferiti gli incarichi agli ingegneri Fabrizio D'Errico e Roberto Lucani e a un esperto informatico che dovrà estrapolare i dati dalla scatola nera del treno. Il team di esperti è incaricato della super perizia che dovrà stabilire le cause del deragliamento. Le autopsie sui corpi di Giuseppina Pirri, Pierangela Tadini e Ida Maddalena Milanesi saranno effettuate tra oggi e domani. All'esame potranno partecipare anche i consulenti nominati dai familiari. Non è ancora possibile invece dire quando i vagoni del disastro saranno rimossi dai binari e trasportati in un apposito hangar. I rilievi e la cristallizzazione delle prove sui binari e dentro il convoglio infatti vanno avanti e solo quando saranno terminati il tratto di linea verrà dissequestrato dalla Procura. Fonti giudiziarie però assicurano che si farà il prima possibile, forse già oggi. Il piano di recupero delle carrozze prevede l'uso di una gru. Così sarà possibile sollevarle e ispezionarle nella parte sottostante, dove si trovano carrello e ruote. I rilievi tecnici in particolare sul carrello del terzo vagone, il primo a deragliare e quello in cui viaggiavano le tre pendolari rimaste uccise, potrebbero fornire nuovi importanti elementi per le indagini. Rfi comunica che in ogni caso dal momento del dissequestro serviranno almeno altri quattro giorni per la riapertura completa della linea ferroviaria.

La società che gestisce la rete ieri ha incontrato i sindacati del settore: «L'azienda e le organizzazioni sindacali - spiega una nota - hanno condiviso e ribadito l'importanza della sicurezza come missione fondamentale di tutti i processi produttivi della società. In tal senso le parti hanno confermato la validità del tavolo permanente per la sicurezza». La prima relazione fatta dagli investigatori della Polfer e la documentazione acquisita non sono ancora state depositate in Procura. Le stesse scelte sui nomi da iscrivere dicono che gli inquirenti si concentrano su due fronti. Da una parte le eventuali carenze nella manutenzione delle infrastrutture, gestita direttamente da Rfi e non data in subappalto. E, appunto, le condizioni dei vagoni, che competono invece a Trenord.

Intanto ieri l'Ordine degli avvocati di Venezia ha avviato la procedura del Consiglio distrettuale di disciplina contro lo studio legale di Mestre che aveva pubblicato su Facebook un post in cui offriva assistenza alle vittime dell'incidente subito dopo i fatti. Tra i possibili illeciti che potranno essere contestati ci sono quello di accaparramento della clientela e di mancata «dignità e decoro» nelle comunicazioni pubbliche obbligatorie.

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