S draiarsi sui binari di una stazione, accomodarsi a un soffio dal treno che corre su quelle rotaie, e fare in tempo a scattarsi una foto prima mettersi in salvo. Mostrare al mondo, con un selfie sopra i binari, che faccia ha la sfida alla morte. Ecco l'ultima moda degli adolescenti: a Chioggia (in provincia di Verona), mercoledì pomeriggio, una decina di ragazzi tra i quindici e i diciassette ha dato il saggio più recente di questo macabro sport.
Nei paraggi di un centro commerciale, a un passo dai binari, si immortalavano a vicenda coi telefonini col treno in arrivo; già in una frazione di Spinea, sempre nel Veronese, all'inizio di aprile un gruppo di ragazzi aveva messo in atto lo stesso «show». È stata la polizia locale di Chioggia, mercoledì, a fermare quattro di quei di quei dieci ragazzi di Chioggia, forti della giovane età e di una bottiglia di birra in mano: «Ma chiacchierando con loro ha spiegato il comandante della polizia si sono aperti un po' di più e hanno confidato agli agenti che si trovavano lì per scattare delle foto mentre arrivava il treno».
Era la fine dell'estate scorsa quando un sedicenne ha perso la vita per scattarsi un selfie sui binari di una stazione. In un pomeriggio di metà settembre, nel Maryland (USA), il giovane John voleva sfoggiare il proprio appeal ribelle e selvaggio agli occhi della fidanzata Natalie: così, in compagnia della ragazzina e della sua sorella gemella, aveva sfidato la corsa di un treno, probabilmente per strappare un autoscatto a quegli istanti di follia. Le due ragazze hanno fatto in tempo a fuggire dal treno in arrivo, lui no: ha imboccato la direzione opposta, ma quel treno, che viaggiava oltre i 110 chilometri orari, lo ha travolto in pieno. Rubando la vita di John a quei diciassette anni non ancora compiuti e quella filosofia di vita che lui stesso professava sui social: «vivi in modo selvaggio, non essere mai ordinario».
Proprio così: l'omologazione, la più forte paura degli adolescenti dacché mondo è mondo, e allo stesso tempo, paradossalmente, la loro pietra d'inciampo più frequente e pericolosa. Perché spesso basta consacrare un'emozione estrema, impalmare il viso beffardo di chi, con l'aria di una sfinge bambina, dissimula terrore e incoscienza, perché il fenomeno dilaghi e lo si confonda col coraggio. Ovvero lo stato d'animo che tutti gli adolescenti vorrebbero avere.
Una moda che forse arriva proprio dagli Stati Uniti, quella degli autoscatti sui binari. Ma è una moda che piace ai ragazzi italiani: a marzo, un altro diciassettenne, a Napoli, è morto sotto le ruote di un treno mentre si cimentava nello scatto di selfie e giochi di equilibrismo. Era assieme a un coetaneo, ma quell'intercity diretto a Roma ha ucciso solo lui. E lo stesso gioco assurdo era stato sorpreso dalla polizia ferroviaria di Ostiglia, vicino Mantova, dove sedici minorenni si scambiavano effusioni sui binari poco prima del passaggio di un treno per il Brennero.
Esibire autoscatti sui social non costa la vita soltanto quando si ha tanta, conclamata, sete di pericolo. Anche i selfie alla guida stanno facendo dilagare gli incidenti e i rischi per la vita.
Lo scorso ottobre a Firenze il questore della città ha avvertito l'emergenza, proprio a questo proposito, di sguinzagliare agenti in borghese per sventrare situazioni pericolose causate dai cellulari. Autoscatti, messaggi istantanei, social network. Un mondo che ci illudiamo di tenere in tasca e controllare palmo a palmo, e che invece può risucchiare e stordire. Qualche volta perfino uccidere.
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