Il sasso è stato è stato scagliato dal renziano Luigi Marattin (in foto), presidente della commissione Finanze, al termine dell'incontro a Palazzo Chigi con il governo sul decreto Aiuti bis. L'esponente di Italia Viva, a fronte delle lamentele degli enti locali sulla mancanza di fondi per fronteggiare la nuova ondata di Covid, ha infatti rilanciato la possibilità di chiedere il Mes per fare fronte alle spese sanitarie delle Regioni. «Se vi sono alcune Regioni in difficoltà con le spese Covid - ha sottolineato Marattin - vanno aiutate subito e con moneta contante, non con trucchi contabili che costituirebbero un brutto precedente e non risolverebbero il problema. Ci sono a disposizione - praticamente gratis - 37 miliardi del Mes sanitario, su cui i populisti di destra e sinistra hanno scatenato la peggiore sequenza di balle della Storia repubblicana. Se servono 3 miliardi per aiutare quelle Regioni, perché non farlo subito?». L'aiuto del Mes, a questo proposito, per aumentare gli investimenti contro la pandemia si può richiedere fino alla fine di dicembre: l'aiuto massimo erogabile è pari al 2% del Pil 2019 (37 miliardi di euro), ha una scadenza di 10 anni, un tasso annuo dello 0,1% (in considerazione del rating AAA dell'Ue) e soprattutto non è soggetto a condizioni se non a un impiego dei fondi finalizzato al miglioramento delle strutture sanitarie. Proprio il consistente risparmio rispetto all'utilizzo del debito pubblico italiano (almeno 4-5 miliardi) è sempre stato il cavallo di battaglia dei renziani (e di Fi).
Al contrario, sin dal 2020 Lega, Fdi e M5s si sono opposte all'utilizzo temendo che, in base ai nuovi regolamenti del Mes, in caso di eventuali problemi si attivasse la sorveglianza rafforzata, equiparabile alla mini-Troika europea.
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