I tormenti gay del giovane Barack Obama

Era proprio il presidente di tutti. Un "no gender" o un "gender free" o un "non binario" ante litteram, più che per lungimiranza politica, per inclinazione personale

I tormenti gay del giovane Barack Obama
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Era proprio il presidente di tutti. Un «no gender» o un «gender free» o un «non binario» ante litteram, più che per lungimiranza politica, per inclinazione personale. A ventun'anni, Barack Obama aveva una sessualità decisamente basculante, quantomeno nell'immaginario. Tutto un altro uomo rispetto a quello che abbiamo imparato a conoscere alla Casa Bianca, con la camicia bianca inamidata, la superpotenza del primo esercito al mondo, l'assertiva moglie con l'orto biologico, le due figlie e i cani d'acqua portoghesi. Nel 1982, Obama era all'Occidental College di Los Angeles ed era preso da tutt'altro se stesso. E scriveva lettere alla fidanzata di allora (Alex McNear) nelle quali confessava «amo fare l'amore con gli uomini, ma nell'immaginazione».

Definiva la sua mente «androgina» e spiegava tra tormenti interiori e prosa lirica all'ex fidanzatina «prendo atto che sono stato fatto uomo, e fisicamente nella vita, accetto questa contingenza». Erano anni in cui evidentemente si interrogava parecchio e non temeva neppure di rispondersi, tanto che scriveva ancora ad Alex: «Per quanto riguarda l'omosessualità devo dire che credo che questo sia un tentativo di allontanarsi dal presente, un rifiuto forse di perpetuare la farsa senza fine della vita terrena». Speculazioni dolorose e profonde, «La mia mente è in gran parte androgina e spero di farla diventare ancora di più in modo da pensare in termini di persone, non come donne in contrapposizione agli uomini», che ora sono state pubblicate integralmente dal New York Post, il tabloid dell'impero Murdoch. Le parti «salienti» della missiva erano state cancellate da McNear prima che il prezioso foglio venisse conservato dalla Emory University. Adesso la versione integrale è venuta alla luce. Ora non sappiamo come il seguito della sua vita abbia diluito certe pulsioni, archiviato certi interrogativi.

Quello che si sa è che come anche come presidente degli Stati Uniti d'America, il tema del «genere» ha portato Obama a cambiare idea. Inizialmente contrario ai matrimoni omosessuali (nel 2004 aveva dichiarato «non credo che il matrimonio sia un diritto civile» e aveva sostenuto che l'omosessualità «non è una scelta»), aveva poi invertito talmente la rotta da contribuire alla legalizzazione federale del matrimonio tra persone dello stesso sesso. Chissà che in un caso (la sua stabilizzazione personale) e nell'altro (la sua apertura politica), non sia stata fondamentale la moglie Michelle.

Sufficientemente determinata da spiegare al marito chi essere, come muoversi e che battaglie appoggiare. Ma chissà se qualche volta, durante qualche notte di sonno irrequieto, non tornino a farsi sentire le vecchie fantasie nella mente del giovane Obama.

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