Imbarazzo nel Pd. E Renzi sfida Giuseppi

I vertici dem tacciono, il leader Iv: "Inchiesta parlamentare e confronto tv"

Imbarazzo nel Pd. E Renzi sfida Giuseppi

Per qualcuno è già un «Conte-gate», mentre molti altri, specie in quello che il segretario del Pd Enrico Letta chiama «campo largo», preferiscono il silenzio sulle notizie sul presunto summit romano del 2019 tra l'ex capo del Dis Gennaro Vecchione e l'ex vertice del Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti William Barr. Si tratta dell'incontro di cui ha dato notizia ieri Repubblica e a cui Giuseppe Conte avrebbe dato l'assenso da premier, non badando troppo alla prassi prevista in questi casi.

Dal Nazareno fanno fatica ad esprimersi: è il segno di un imbarazzo diffuso nei confronti di un alleato. Fa eccezione il senatore Andrea Marcucci che al Giornale commenta a stretto giro: «Giudico i fatti da quello che è emerso, mi pare che la ricostruzione offerta a suo tempo da Conte sia lacunosa e mi auguro che l'ex presidente del Consiglio voglia chiarire in maniera più dettagliata alcuni aspetti». Il leader del M5s, del resto, non ha mai citato quella riunione. Pure la collaborazione tra Italia e Russia durante la prima fase della pandemia continua a tenere banco nei palazzi della politica. Ieri il Corriere della sera ha pubblicato dei carteggi: «Certo quelle mail pubblicate sono inquietanti - aggiunge il senatore del Pd -. Ripeto: mi auguro che Conte voglia andare in modo veloce a riferire al Copasir». L'ex ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli, anche lei al Senato sotto le insegne dem, dice la sua: «Credo davvero che Conte debba chiarire e rispondere a ciò che oggi (ieri, ndr) viene descritto sui quotidiani». In relazione alla russofilia contiana, la Fedeli è tranchant: «Essere oggi filo-russi non è compatibile con la cultura democratica dei Paesi occidentali. Bisogna essere molto chiari sui principi di libertà e su quelli di autodeterminazione democratica dei popoli», chiosa. Molti altri parlamentari dem, persino quelli considerati centristi e critici del grillismo, evitano di commentare.

Italia viva, invece, parla eccome. Il leader Matteo Renzi lo fa attraverso la sua Enews e poi con un video su Facebook nel quale dice che sull'incontro svelato da Repubblica (che va collocato nell'ambito delle «indagini» che nel 2019 Donald Trump svolgeva per verificare se Barak Obama e Renzi avessero cercato di truccare a suo danno le elezioni presidenziali Usa) «Conte avrebbe dovuto dire ha sbagliato Conte oppure ha sbagliato Vecchione oppure hanno sbagliato entrambi e invece attacca me» e che, rivolgendosi direttamente a Conte, «Giuseppe, su di te non ho sospetti ma certezze». «Ho la certezza - spiega - che nella vicenda Trump-gate non ti sei comportato bene. La seconda è che tu hai molte cose di cui non stai parlando, come l'arrivo dei soldati russi all'inizio della pandemia e le forniture di mascherine, ventilatori...».

Per poi concludere: «Da mesi chiediamo una commissione d'inchiesta e continueremo a combattere per la verità. Pronto quando vuole a un confronto tv all'americana».

Luciano Nobili, deputato di Iv, si chiede a mezzo social se il leader del Movimento 5 stelle sia destinato ad essere audito di nuovo». «Lo scoop di Repubblica sul Russiagate - annota - è clamoroso: dimostra che Conte avrebbe mentito al Copasir e agli italiani e piegato i servizi segreti a interessi personali. Uno scandalo senza precedenti». Sempre Nobili si domanda: «Il Copasir ha intenzione di riconvocarlo? Nessuno tra Pd e M5s ha qualcosa da dire?».

Per il centrodestra, arriva la reazione immediata di Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia: «Per uno che si fa chiamare avvocato del popolo, sebbene non votato, la chiarezza dovrebbe essere d'obbligo,

soprattutto su questioni così delicate. Parliamo ancora di indiscrezioni giornalistiche e noi di Forza Italia, a differenza dei 5stelle, siamo sempre contro i processi sommari, anche per gli avversari politici più lontani da noi».

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