Imbarazzo a sinistra sul fratello di Grasso arrestato per violenza

Il neuropsichiatra in cella dal 30 marzo dopo la denuncia di una paziente 28enne

Imbarazzo a sinistra sul fratello di Grasso arrestato per violenza

Marcello Grasso, neuropsichiatra 69enne di Palermo e fratello dell'ex presidente del Senato ed ex procuratore nazionale antimafia Pietro, è in carcere dal 30 marzo scorso, ma la notizia è stata data solo ieri da Repubblica. Pesantissima l'accusa: violenza sessuale aggravata. L'uomo, che utilizza la teatroterapia, è stato accusato da una paziente 28enne, che ha denunciato agli inquirenti il suo terapista dopo che, a febbraio scorso, durante una seduta lui le avrebbe fatto indossare un costume da burlesque per poi avvicinarla e palpeggiarla, riservandole attenzioni «intime» alle quali la ragazza avrebbe ceduto suo malgrado, non essendo consenziente. Così lei ha smesso di frequentare lo studio del professionista e si è rivolta alla polizia, che dopo aver raccolto la denuncia della giovane, ha piazzato una telecamera nello studio per indagare sul comportamento del neuropsichiatra. E raccogliendo riscontri se, a fine marzo, la pm del pool antiviolenza Laura Vaccaro ha chiesto e ottenuto dal gip Clelia Maltese un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Una grana imbarazzante anche per il fratello di Grasso, fondatore di Liberi e Uguali e da sempre, come il suo stesso partito, molto attivo nel contrasto alla violenza di genere e nella tutela delle donne. E lo stesso Marcello, d'altra parte, si era distinto nella lotta alla tossicodipendenza e nell'aiuto alle donne in difficoltà, partecipando pure a incontri contro la violenza sulle donne. Fatta ovviamente salva la presunzione d'innocenza, colpisce infatti la durezza della misura della custodia cautelare in carcere, rimarcata peraltro dallo stesso difensore del fratello dell'ex presidente del Senato, l'avvocato Vincenzo Lo Re, secondo il quale la severità di procura e gip nella vicenda è «inspiegabile» oltre che «sproporzionata», poiché in altri casi simili lo stesso pool antiviolenza «ha chiesto soltanto l'arresto domiciliare». La difesa di Grasso insiste sull'innocenza del proprio assistito, ricordando che in 40 anni di professione prima nel pubblico e poi esercitata privatamente «nessuna paziente si è lamentata», e considerando questo «un dato che deve fare riflettere». Quanto al caso di specie, secondo il suo avvocato Grasso, incensurato, avrebbe risposto a tutte le domande del gip, fornendo «argomentazioni logiche per offrire una diversa ricostruzione dei fatti» ed evitando di scaricare colpe sulla cliente che l'ha denunciato provando a screditarla.

Il problema, però, è che su quanto hanno appurato finora le indagini, accusa e difesa sembrano pensarla diversamente. Secondo la procura, le immagini registrate dalla telecamera nascosta dopo la denuncia della donna avrebbero fornito riscontri alla versione della cliente, in particolare per il dialogo con un'altra paziente dopo un «incontro» avvenuto in una stanza non monitorata.

Mentre la difesa del professore ricorda che dalle prime indagini difensive già avviate «emerge il ritratto di un medico irreprensibile», aggiunge che dalle indagine successive alla denuncia non sarebbero emerse «ulteriori evidenze» e spiega l'episodio dell'abito burlesque fatto indossare alla paziente come un tentativo di «far recuperare l'autostima» alla ragazza. Ora si vagliano le testimonianze di altri pazienti, ascoltati sia dall'avvocato Lo Re nell'ambito delle indagini difensive che dalla polizia in cerca di riscontri ai contenuti della denuncia che ha portato all'arresto.

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