L'ex ministro degli Esteri, Franco Frattini ha le idee chiare per porre un freno all'emergenza immigrazione. Sulla polemica sulla chiusura dei porti alel anvi che trasportano migranti, Frattini afferma: "Uno Stato può impedire l' accesso di navi straniere nei suoi porti, con la sola eccezione, ovviamente, delle navi militari impegnate in missioni internazionali e in avaria, a rischio affondamento. Se scopri che una nave, come dice qualcuno sta facendo da "taxi" ai migranti, la respingi. Non c' è un diritto assoluto ad entrare nei porti", spiega in un'intervista a Libero. Poi parla della recente svolta sulla Libia: "È il passo giusto che mancava in una strategia che guardava soltanto - e penso a Mare Nostrum e alle decisioni prese dal governo di Matteo Renzi - all' aspetto accoglienza trascurando però l' altra faccia della medaglia, cioè il suo limite". Sul blocco navale ribadisce: "Lo insegna la storia. Si ricorda il dramma dell' Albania, alla fine degli anni Novanta? Io ero al comitato di controllo dei Servizi, il governo era di centrosinistra e al Viminale c' era Giorgio Napolitano. Partivano gommoni velocissimi, imprendibili. Quell' emergenza si è conclusa soltanto quando l' Italia ha mandato le sue navi nelle aree antistanti i porti di Valona. Italia e Ue hanno finanziato progetti di sviluppo e oggi l' Albania è un Paese stabilizzato e addirittura membro Nato". Infine punta il dito contro macron e la sua mossa di "padre nobile" di un'intesa tra le varie fazioni della Libia: "È stata una mossa maldestra tipica di chi non ha esperienza di politica estera e, soprattutto, non conosce la Libia.
Quando ci trovammo di fronte all' inizio della crisi libica dovuta alla caduta di Gheddafi, - proprio per colpa della Francia - una delle prime cose che abbiamo imparato è che quello è un Paese fondato su regole tribali. Pensare di chiamare due persone e credere che possano rappresentare berberi, tuareg, abitanti del Fezzan...".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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