Negli ultimi quattro giorni le somministrazioni quotidiane sono rimaste stabilmente sopra il mezzo milione fino a salire a 570.950 il 28 maggio. E i progressi della campagna vaccinale spingono le regioni a chiedere maggiore libertà: via tutte le restrizioni. Sì alla prudenza dice il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga ma «con un'incidenza bassissima pari a 18 casi su 100mila abitanti non si può continuare a penalizzare le attività economiche e il lavoro», avverte Fedriga alludendo all'incidenza dei casi di Covid nella sua regione, Friuli Venezia Giulia e alle altre zone bianche. Ma dal ministero della Salute arriva l'altolà: i protocolli di sicurezza compresa la necessità del green pass per partecipare a feste e cerimonie non si cambiano.
Nelle nuove linee guida appena elaborate dalle regioni si fa notare che «un'elevata adesione alla campagna vaccinale, favorita da adeguata promozione della stessa, determinerà le condizioni immunitarie di protezione dallo sviluppo di patologia grave e d'infezione sia dei lavoratori, sia degli utenti delle attività contribuendo a evitare che si ripresentino le condizioni che hanno portato alle diverse restrizioni nel corso degli ultimi 15-16 mesi». Insomma quando la popolazione è sufficientemente coperta qualsiasi tipo di restrizione non è più giustificabile. Per questo si pensava almeno per le zone bianche di far saltare l'obbligo del green pass e il limite di 4 persone a tavola. Ma, avverte il ministero, i partecipanti alle «feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose anche al chiuso» devono «essere muniti di una delle certificazioni verdi» quindi o vaccino o tampone o comprovata guarigione «anche in zona bianca».
La media delle vaccinazioni nell'ultima settimana per la prima volta si attesta a un soffio da 500mila: 499.269. Le settimane necessarie per raggiungere la copertura del 70 per cento della popolazione si stanno man mano riducendo. Se si mantiene questo ritmo effettivamente entro i primi di settembre il traguardo verrà raggiunto.
Ora quasi tutte le regioni corrono con le vaccinazioni come dimostrano i dati sulle dosi «in frigo» ovvero la differenza tra le consegnate e quelle effettivamente somministrate: la media nazionale è del 94,3 per cento. Su 35.817.739 milioni di dosi consegnate ne sono state utilizzate 33.770.194. Quasi tutte le regioni sono sopra il 95 per cento di utilizzo soltanto la Sardegna è all'87,9.
Oramai il 20 per cento della popolazione ha ricevuto anche il richiamo. E dunque le regioni chiedono maggiori aperture proprio alla luce dei progressi fatti nella protezione della popolazione. Come già richiesto molti governatori vogliono che tra gli indici per le riaperture venga messo in primo piano quello relativo alla popolazione vaccinata.
Proprio per poter garantire al più presto piena libertà a tutti il commissario all'emergenza, Francesco Paolo Figluolo, incalza le regioni affinché vaccinino i fragili e tutti gli over 60 ovvero la popolazione più a rischio. Anche tra gli over 80 resiste un 10 per cento, quasi mezzo milione di persone, totalmente scoperto.
E man mano che si procede nella campagna vaccinale scendono i limiti di
età. A settembre Pfizer chiederà il via libera per il vaccino destinato alla fascia 2-11 anni e a fine anno anche per quella dai sei mesi. Ma molti studiosi invitano alla cautela rispetto alla profilassi per i più piccoli.
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