Imu, Tari e multe non ancora pagate: spunta la sanatoria di Regioni e Comuni

Gli enti locali potranno escludere da interessi e sanzioni chi sana i debiti arretrati. Entro fine mese la bozza di riforma delle entrate arriverà in Cdm

Imu, Tari e multe non ancora pagate: spunta la sanatoria di Regioni e Comuni
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Comuni, Regioni, Province e Città metropolitane potrebbero presto essere in grado di varare delle sanatorie su misura per i loro contribuenti. Almeno questo prevede la bozza del decreto attuativo sulle entrate territoriali, nell'ambito della delega fiscale. Il provvedimento - anticipato da Il Sole 24 Ore - arriverà domani al confronto decisivo per arrivare in conferenza unificata - l'organo di coordinamento tra lo Stato, le Regioni, le Province e i Comuni - e dovrebbe poi passare al Consiglio dei ministri entro fine mese. Ma cosa si prevede nello specifico? In sostanza, gli enti locali potranno introdurre in autonomia delle tipologie di definizione agevolata dei tributi arretrati: dove per agevolato si intende l'esclusione o la riduzione degli interessi e delle sanzioni per tutti quei contribuenti che decidessero di sanare in tutto o in parte il loro debito. Il nuovo strumento a disposizione degli enti locali - per una platea complessiva di 8mila realtà - potrà essere utilizzato per tributi come l'Imu, la Tari, ma anche per multe, bollo auto, rette scolastiche, tariffe delle mense. Praticamente ogni tributo locale potrà essere oggetto delle nuove sanatorie fatta eccezione per l'Irap, l'imposta regionale sulle attività produttive, e l'addizionale Irpef, l'imposta sulle persone fisiche. Queste sanatorie potranno riguardare anche cifre già oggetto di accertamento e controversie.

L'iniziativa potrebbe essere un aiuto non da poco, dal momento che le stime della Corte dei Conti quantificano in oltre 19 miliardi di euro i tributi attesi e mai incassati dagli enti locali. Fino ad adesso, un Comune se voleva svuotare il suo cassetto di crediti arretrati doveva attendere sanatorie e rottamazioni definite dal governo centrale. Se, invece, passasse questo decreto attuativo, avrà un notevole margine di autonomia per agire, il che potrebbe anche essere una leva in più per quei comuni in difficoltà a livello finanziario. Basti pensare che, come rilevano i dati di Ifel (l'Istituto per la Finanza e l'Economia Locale), per l'Imu manca all'appello il 7,6% del gettito, per la Tari il dato sale al 15,9% e arriva al 28,4% per le multe. Le percentuali sono molto più alte se si parla del Sud Italia. La nuova regola fornirà dei parametri di massima ai quali attenersi, con gli enti locali che logicamente dovranno rimanere allineati ai principi generali dell'ordinamento tributario, avendo particolare attenzione per i crediti di difficile esigibilità. Le sanatorie dovranno essere temporanee e avere un calendario per aderire con una durata non inferiore ai 60 giorni dalla data di pubblicazione dell'atto sul sito ufficiale dell'ente.

Se, da un lato, il governo dà uno strumento amichevole in più per sanare gli arretrati tributari, dall'altra rafforza anche gli strumenti per dare la caccia a tutti coloro che, invece, non hanno alcuna intenzione di regolarizzare la propria posizione. Infatti, è pronta una stretta sull'evasione di Imu e Tari, col duplice obiettivo di velocizzare le verifiche e incassare più velocemente il dovuto. Il decreto di riforma del fisco locale, inoltre, taglierà da 160 a 80 giorni i termini per l'esecuzione forzata.

La riforma dei tributi locali porterà anche una riduzione delle sanzioni: in particolare scenderà al 100% la penalità in caso di omessa dichiarazione, che oggi varia dal 100 al 200% a seconda dei casi, e al 40% quella prevista quando la dichiarazione c'è ma è infedele (dall'attuale forbice tra il 50 e il 100%).

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