Anziani e disabili, fragili e soli. Quello che doveva essere un luogo sicuro si è trasformato in un inferno di fiamme, morte e paura. È successo tutto in pochi minuti a Parma all'alba di ieri, quando le fiamme sono divampate ne «La casa di Arianna», una struttura protetta che accoglie pazienti non autosufficienti, con patologie psichiatriche o anziani semi sufficienti, in quattro edifici e case protette. Già, protette: poche settimane dopo il rogo della Casa dei Coniugi di Milano che ha ucciso 8 persone, oltre ad 81 intossicate in una casa di riposo, l'incubo si ripete, alla vigilia di Ferragosto, in via Tanara, nel centro di Parma, a pochi passi dalla via Emilia.
Il bilancio dell'incendio è pesante e doloroso: una donna di 62 anni è morta. Per lei, paralizzata dopo un incidente stradale, non c'è stato scampo. È stata ritrovata priva di vita ancora nel suo letto, in una camera del primo piano. Nonostante il pronto intervento dei vigili del Fuoco, delle Volanti della Polizia e del 118 che, già pochi minuti dopo le prime segnalazioni delle 5.35 erano sul posto per far evacuare tutti e 13 gli ospiti, i presenti, fra degenti e personale, hanno avuto bisogno di assistenza e ospedalizzazione; in particolare due di loro, in codice rosso, sono stati trasferiti dall'ospedale Maggiore del capoluogo emiliano alla camera iperbarica dell'ospedale di Fidenza e versano in condizioni critiche per l'intossicazione.
L'incendio è divampato al piano terra dell'edificio: le fiamme hanno subito avvolto la facciata e il primo piano. Ora, mentre le forze dell'ordine cercano una causa a questo inferno di dolore, la struttura è stata sottoposto a sequestro penale, mentre emerge un dettaglio inquietante. «Il quartiere di Avitas», la cooperativa sociale che gestisce la struttura dal 2015, era già balzata ai disonori della cronaca nel novembre 2022, quando a indagare furono Le Iene, in seguito al caso di un 34enne, affetto da distrofia e sfrattato dall'istituto, che aveva nel frattempo incassato almeno 700 mila nel corso della sua lunga degenza, anche precedente alla gestione corrente. Ma non è tutto: sembra, infatti, che la struttura avesse chiesto di recente il concordato preventivo perché non navigava in buone acque.
Sconcerto in città dove 5 giorni fa i Nas avevano posto i sigilli ad un'altra casa di riposo che non aveva le autorizzazioni necessarie.
Il sindaco di Parma Michele Guerra ha ricordato che la struttura «È gestita da privati ma il Comune si impegna a garantire tutta l'assistenza ai pazienti coinvolti». Dalla Regione, invece, l'assessore alla Salute, Raffaele Donini ha ricordato come recenti controlli alla struttura non avessero evidenziato problematiche.
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