Incerti e divisi, elettori distanti con la Fase 2

Cala il consenso nei confronti dell'esecutivo Le continue frizioni suscitano dubbi e confusione

Incerti e divisi, elettori distanti con la Fase 2

Con l'avvio della fase 2, l'orientamento dell'opinione pubblica sembra essere mutato, staccandosi progressivamente dalle appartenenze di partito. E accrescendo lo sconcerto e la perplessità.

Anche perché il Governo appare sempre più diviso al suo interno su una pluralità di questioni. Dalla conduzione del reclutamento nelle scuole alla politica industriale, nei confronti ad esempio di Fca e Atlantia. Oltre che, ovviamente, alla gestione della pandemia, che, dopo la situazione economica, continua a rappresentare la tematica che più preoccupa.

È vero che il consenso all'esecutivo (e in particolare a Conte) continua ad essere elevato, sebbene sia lievemente sceso negli ultimi giorni. Ma le continue frizioni interne suscitano sempre più incertezze.

Ad esempio sulla vicenda Autostrade. Un recente sondaggio effettuato da Eumetra per la trasmissione «Quarta Repubblica» ha posto ad un campione rappresentativo di italiani un quesito molto semplice (ciò che è inevitabile nelle rilevazioni destinate ai media): È giusto che lo Stato aiuti Autostrade?

Ebbene, contrariamente alle previsioni di molti osservatori, il campione si è spaccato in due: una lieve maggioranza (46%) ritiene che lo Stato NON debba aiutare Autostrade, per una serie di motivi che vanno dalle responsabilità attribuite per il crollo del ponte Morandi sino alla critica per la gestione degli investimenti (e delle tariffe) della società. Ma una quota di fatto analoga (44%) è del parere esattamente opposto, affermando che la concessionaria autostradale vada sostenuta come tutte le altre aziende cruciali per il Paese.

Ma l'elemento più significativo sta nel fatto che questa frattura di opinioni, diversamente da quanto è spesso accaduto in passato, si manifesta all'interno dell'elettorato dei diversi partiti. Ad esempio, il 50% dei votanti per il Pd risulta favorevole e il 40% no (i restanti non vogliono o non sanno esprimere un'opinione). E si pronuncia a favore di Autostrade «solo» il 65% (ci si sarebbe aspettato di più) degli elettori di Forza Italia. Al tempo stesso, all'interno del M5S, che da sempre si scaglia contro la società della famiglia Benetton, «solo» il 53% è contro l'aiuto, mentre il 44% si dichiara disponibile. In definitiva, l'opinione pubblica si divide al di là dell'appartenenza di partito.

Peraltro lo stesso fenomeno, relativamente nuovo nel nostro paese, accade per una pluralità di altre questioni. Ad esempio, si è domandato ai cittadini se la scarsità di mascherine protettive fosse da attribuirsi a responsabilità del Governo. Anche in questo caso, la metà (49%) ha risposto di no e una percentuale di poco inferiore (41%) ha espresso parere opposto, affermando di sì. E, anche in questa circostanza, l'opinione non segue logiche di appartenenza partitica, ma evidenzia fratture più o meno accentuate interne all'elettorato delle singole forze politiche.

L'incerta partenza della fase 2 sembrerebbe dunque aver provocato su molti temi una serie di

atteggiamenti critici da parte dei cittadini che prescindono in larga misura dalle preferenze politiche espresse sin qui. Vedremo nelle prossime settimane se e in che misura questo fenomeno avrà effetti anche su queste ultime.

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