Venerdì scorso, 10 gennaio 2020, il mMinistro dell'Interno Luciana Lamorgese ha incontrato al Viminale il presidente dell'Ucoii, Yassine Lafram, assieme ad alcuni membri della direzione nazionale, come riportato dallo stesso sito dell'organizzazione islamica: "All’incontro hanno partecipato alcuni dirigenti del Ministero tra cui Dr. Dino Martirano, il portavoce, il prefetto per le libertà civili e l’immigrazione, dr. Michele Di Bari, dr.Matteo Piantedosi, Capo di Gabinetto; mentre per l’Unione hanno partecipato il Presidente Lafram, il Primo Vice Presidente Nadia Bouzekri, il Secondo Vice Presidente Abdelhafidh Kheit e il Segretario dell’Unione Yassine Baradai."
I contenuti dell'incontro non sono stati resi noti e sul sito dell'Ucoii ci si limita a far riferimento a "un incontro tenuto in un clima disteso di collaborazione in cui l'Ucoii ha avanzato alcune istanze relative alla comunità islamica italiana e di competenza del dicastero, ribadendo la completa disponibilità a continuare i percorsi condivisi già avviati con il Ministero".
Un incontro che necessita però dei dovuti chiarimenti da parte del ministero dell'Interno, se non altro perchè l'Ucoii è più volte stato indicato da diversi studiosi come legato ai Fratelli Musulmani, come mette in evidenza anche il Cesnur: "Fra le moschee che fanno capo all’Ucoii, alcuni studiosi hanno notato che numerose sono quelle i cui dirigenti in qualche modo si ispirano all’ideologia dei Fratelli Musulmani” .
Ora, senza voler ovviamente sovrapporre Ucoii e Fratellanza, vale comunque la pena ricordare che i Fratelli musulmani sono attualmente classificati come organizzazione islamista radicale e messi al bando in Paesi come l'Egitto, gli Emirati Arabi, l'Arabia Saudita, la Siria e la Russia.
Del resto il nome dell'Ucoii emergeva nel recente "Qatar Papers", testo che mira a documentare i rapporti tra il Qatar, paese sponsor dei Fratelli musulmani (da dove pontificava il suo leader spirituale, Yusuf Qaradawi, con tanto di richiamo al jihad in Siria), e le varie comunità islamiche europee considerate legate a tale area ideologica.
Sulla stessa linea è anche il Prof. Lorenzo Vidino, esperto di estremismo islamico, che evidenziava a La Stampa come sia fondamentale capire cosa fa il Qatar in quanto il paese - pur non essendo l'unico a farlo - negli ultimi anni è divenuto il principale finanziatore di moschee e centri islamici in Europa, perlopiù istituzioni legate ai Fratelli Musulmani. Vidino sottolineava poi come, in Italia, i beneficiari di tali finanziamenti siano in larga misura organizzazioni legate all’Ucoii.
In primis è dunque necessario capire per quale motivo la Lamorgese abbia deciso di incontrare i membri dell'Ucoii separatamente dai rappresentanti delle altre comunità islamiche d'Italia, che sono numerose, come dimostrato dal Patto tra Stato e Comunità Islamiche siglato nel 2017. È bene sottolineare come l'Islam italiano, così come a livello globale, non sia un blocco monolitico e come l'Ucoii sia soltanto una delle diverse espressioni dell'Islam in Italia e non rappresentativo di tutti i musulmani.
Sul fatto è intervenuta anche Maryan Ismail, firmataria del Patto "Stato Islam" del 2017 che si è detta "sorpresa e costernata" dell'incontro "tete a tete" tra il Viminale e l'Ucoii: "Perchè si continua a dare spazio ad incontri, formali e informali, con solo una parte dei firmatari? Questo fa apparire che lo Stato ha un canale privilegiato con costoro. Vorremmo far capire alle nostre comunità che non esiste un canale preferenziale. I luoghi di culto e le aree cimiteriali riservate ai musulmani non sono solo appannaggio dell'Ucoii. Non siamo rappresentati e certamente non saremo mai rappresentati dall'Ucoii, così come accade del resto nei nostri paesi (musulmani) dove non c'è un'area che predomina sull'altra".
E ancora: "A questo punto che il Ministro dell'Interno ci dica i contenuti dell'incontro, su cosa si è ragionato e perché si è scelto di ragionare solo con loro, visto che dalla firma del Patto non è più stato aperto un processo di discussione che preveda il riconoscimento della religione islamica in maniera corale, che includa, come firmato tra le parti, il riconoscimento della laicità dello Stato, il rispetto dei diritti della donna e delle minoranze".
È bene inoltre rammentare come l'attuale presidente dell'Ucoii, Yassine Lafram, nel 2014 si era fatto fotografare con il predicatore islamista radicale Aid al-Qarni, definendolo "persona modesta le cui parole rinfrescano il cuore”. Bene, lo stesso al-Qarni che 10 anni prima, in seguito alla morte dell'esponente di Hamas, Abdal Aziz al-Rantissi, scriveva: "É stato ucciso dai fratelli delle scimmie e dei maiali, dagli uccisori dei Profeti. Egli ha compiuto il suo dovere, mentre noi musulmani non siamo serviti a nulla, non abbiamo arrecato alcun danno agli ebrei, la gente oggi protesta verbalmente in televisione oppure organizza manifestazioni. A che cosa serve tutto questo? Prego Allah che faccia cadere i nemici nelle loro stesse trappole, che distrugga gli ebrei e chi li aiuta tra i cristiani e i comunisti e che li trasformi nel bottino di guerra (ghanima) dei musulmani. Ben venga il jihad, il sacrificio e la resistenza contro gli occupanti in Iraq […] le gole devono essere tagliate, i crani infranti e questa è la via verso la vittoria”.
Sull'incontro Viminale-Ucoii è intervenuto anche il deputato leghista Nicola Molteni: "Dopo aver accolto con tutti gli onori le ong, la ministro Lamorgese incontra al Viminale l’Ucoii escludendo le altre comunità islamiche che pure hanno firmato un accordo con lo Stato. Niente da fare: chi segue le regole, ama l’Italia e non ha ambiguità non è più di casa al ministero dell’Interno.
Lo dimostra l’assenza di dialogo con associazioni e sindacati della Polizia Locale, prima del recente accordo-spot che umilia gli agenti senza parlare della riforma tanto attesa e predisposta dall’ex ministro Salvini”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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