Non sarà una notte prima degli esami come quella di sempre per gli studenti che domani daranno il via alla maturità dei tempi Covid, come verrà ricordato quest'esame di Stato adattato ad un'emergenza che ha di fatto stravolto gli ultimi quattro mesi di didattica.
Nessun toto-tema, né tracce da preparare, ma solo un grande punto interrogativo su questo colloquio lungo un'ora che spazierà dalla presentazione di un elaborato sulle discipline della seconda prova scritta, all'analisi di un testo di letteratura, da una discussione interdisciplinare a probabili domande sull'esperienza del lockdown. Una maturità la cui veste definitiva è stata ufficializzata soltanto un mese fa dopo tante incertezza legate all'epidemia e che sarà contraddistinta dalle regole del distanziamento sociale. Cancellata anche la prassi dei compagni che assistono agli esami, soltanto una persona potrà entrare e poi, ad esame concluso, subito a casa, senza abbracci nè festeggiamenti.
Ieri mattina le scuole italiane hanno cominciato a ripopolarsi. Negli istituti sono tornati i docenti, si sono riunite le commissioni d'esame, composte da sei professori interni per ciascuna classe e un presidente esterno. È stata estratta la lettera di chi domani mattina farà per primo l'esame, finalmente a scuola dopo tanto tempo, con la mascherina da togliere solo una volta seduto davanti alla commissione, e dopo aver consegnato all'ingresso l'autocertificazione.
Ma quanti commissari presenteranno il certificato medico? Accadeva anche prima dell'emergenza coronavirus che ogni anno almeno il 5 per cento dei presidenti dovesse essere sostituito in corsa. Adesso più che mai, soprattutto in Lombardia dove la situazione dei contagi non è ancora rientrata del tutto, e c'è il rischio che qualche commissario possa chiedere di poter svolgere l'esame a distanza.
«Voglio ringraziare tutti i commissari e presidenti di commissione che accompagneranno i maturandi in queste giornate. Resto convinta che fosse giusto mantenere gli Esami, farli in presenza e in sicurezza. Perché con il secondo ciclo si chiude un lungo percorso di studi e l'Esame è uno snodo verso la vita da adulti. Era giusto far vivere questo passaggio agli studenti.
Oggi la scuola comincia a ripopolarsi. È un primo segnale di ritorno alla normalità. Ora lavoriamo per settembre con l'obiettivo di riportare tutti in classe», ha scritto su Facebook la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina.
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