L'introduzione di un «pass ambientale» nelle nostre vite in base alle emissioni di Co2 che ognuno di noi produce, potrebbe diventare realtà nei prossimi anni. Si tratta di uno strumento che potrebbe funzionare sul modello del credito sociale già in vigore in Cina: meno Co2 emetti e più i tuoi comportamenti sono in linea con l'ideologia verde, più sarai considerato virtuoso e potrai ottenere il certificato ambientale. Un approccio che in Occidente potrebbe avere qualche variazione rispetto a quello cinese con una spruzzatina di capitalismo: se le proprie emissioni sono ritenute troppo alte, si può sempre acquistare il certificato. Lo stesso vale per le aziende (dove peraltro già oggi è attivo il mercato delle emissioni che permette di vendere crediti alle industrie più virtuose e acquistarli a quelle più inquinanti). Il lettore che pensa si stia esagerando o descrivendo un futuro distopico, probabilmente non conoscerà TerraPass.
Si tratta di un'azienda americana che fornisce prodotti per la compensazione delle emissioni di carbonio «utilizzando i proventi degli acquisti dei membri per finanziare progetti di riduzione dei gas serra».
Terrapass fornisce un «certificato di sostenibilità» a cittadini e aziende dietro il pagamento di un importo calcolato in base alle emissioni prodotte, promuovendolo come uno strumento per favorire «un impatto positivo sull'ambiente compensando ogni mese le emissioni di anidride carbonica prodotte dall'uso dell'energia domestica, dagli spostamenti in auto e in aereo e dai rifiuti domestici, che rappresentano la maggior parte dell'impronta di carbonio personale».
Il certificato di sostenibilità è in vendita a partire da 6,51 dollari al mese ma il prezzo può aumentare notevolmente. Per esempio una famiglia di quattro persone con due macchine e che prende fino a un massimo di cinque voli aerei l'anno, spenderà 29,03 dollari al mese. Nel sito di Terrapass è presente anche una sezione in cui «calcolare la tua impronta carbonica» inserendo tutti i dati dei propri consumi e per le aziende il costo del certificato è calcolato anche in base al numero di dipendenti. L'iniziativa è presentata con una finalità sociale: «La nostra missione è combattere il cambiamento climatico», spiegando che «ci sforziamo di ridurre la maggior quantità possibile di emissioni di carbonio».
Il rischio di concedere «certificati di sostenibilità» ai singoli cittadini è quello introdurre un modello (per ora facoltativo e promosso da aziende private ma che in futuro potrebbe diventare obbligatorio e gestito dallo Stato) con cui imporre alle persone come vivere e quali comportamenti adottare in nome dell'ambiente. Una visione di società con una scorciatoia come spiega il senatore Lucio Malan, paghi e ottieni il certificato: «Ecco a voi la vendita delle indulgenze della religione «green». Se emetti CO2 andando in auto, riscaldandoti, o semplicemente vivendo (poiché respirando emetti gas) commetti peccato mortale.
Ma se dai un'adeguata somma di denaro a questi qui, andrai nel paradiso «green» dove tutto è pulito perché lo Stato controlla pensieri e azioni di ciascuno. Pacchetti speciali per i peccatori che viaggiano in aereo». Riprendendo Marx (che di idee totalitarie se ne intendeva): la strada per l'inferno green è lastricata di buone intenzioni.
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