«Il ritorno in auge di dirigibili e mongolfiere non è una novità. Al Cesma ce ne siamo occupati dal 2010. Anche perché già allora l'evoluzione delle tecnologie dei materiali faceva ipotizzare strutture gonfiabili utilizzabili fino alla stratosfera (dai 12mila ai 50mila metri di quota, ndr). Ora però quelle ipotesi sono realtà. E volano sopra le nostre teste». Il generale Nazzareno Cardinali, già Capo del Genio dell'Aeronautica e direttore - dal 2009 al 2016 - del Cesma (Cento Studi Militari Aeronautici) non sembra sorpreso dalla comparsa nei cieli americani dei palloni spia in arrivo dalla Cina. E neppure dall'abbattimento di tre oggetti non identificati sui cieli di Canada e Stati Uniti. «La sorpresa è vederli già in attività - spiega il generale Cardinali - Per noi che li studiavamo, i vantaggi di queste strutture erano già evidenti».
E quali sono i vantaggi?
«Il principale è quello di garantire elevate percorrenze e il trasporto di strumenti e carichi rilevanti a un costo decisamente inferiore rispetto a droni e satelliti».
Quelli abbattuti non sembravano palloni-spia. Sono tecnologie diverse?
«Anche oggetti cilindrici o ottagonali si possono riprodurre con strutture gonfiabili. Anche se può sembrare strano dal punto di vista aerodinamico».
Può trattarsi di droni?
«Per drone s'intende un mezzo con guida autonoma o a pilotaggio remoto. Quindi potrebbe trattarsi di un'evoluzione dei droni applicata a palloni con una permanenza in volo più lunga rispetto alle 24/36 ore di un aereo a pilotaggio remoto, ma capace di garantire la stessa efficacia nel campo delle trasmissioni radio o dell'osservazione delle strutture nemiche».
Può essere che questi oggetti solcassero da tempo i cieli, ma siano stati individuati solo grazie alla maggiore sorveglianza introdotta dopo la scoperta del pallone spia cinese?
«Probabilmente volavano da tempo. E in buon numero. Non dimentichiamo che oltre all'allarme americano c'è quello dei cinesi pronti a denunciare la precedente scoperta, nei propri cieli, di 10 palloni Usa. Gli allarmi rivelano una tecnologia diventata realtà, ma anche una sorveglianza più attenta dopo le prime scoperte».
Perché è difficile individuarli?
«Probabilmente perché, al pari dei cosiddetti aerei invisibili con tecnologia stealth usano materiali o vernici capaci di assorbire le onde radar».
Sono un pericolo per l'aviazione civile?
«Dipende da quanto e dove volano. Più il numero aumenta più aumentano i rischi. Per ora, volano a quote ben superiori a quelle dei voli civili. Se però venissero sviluppati, come annunciato da Virgin, i voli ipersonici a quote intorno ai 60mila metri, allora il rischio diventerebbe concreto».
I radar dei velivoli commerciali sono in grado d'individuarli?
«No, perché sono radar meteorologici. Possono riuscirci solo i radar da puntamento degli aerei da combattimento, ma devono comunque venir tarati e adattati alle tecnologie di questi oggetti volanti».
Che vantaggi offrono rispetto all'osservazione garantita da satelliti o aerei spia?
«Sono assai meno costosi e hanno un persistenza sull'obbiettivo maggiore rispetto a un satellite spia a bassa orbita che non è
geo-stazionario e non garantisce un'osservazione continua. Ma a differenza di satelliti e aerei spia possono anche venir utilizzati per testare le reazioni dei sistemi di difesa aerea nemici studiandone sensibilità e reattività».
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