Il tempo potrebbe peggiorare nel week end. Non è un a buona notizia per Ischia e allora il prefetto di Napoli Claudio Palomba mette le mani avanti: gli abitanti delle zone a rischio potrebbero essere evacuati e spostati sulla terraferma nell'attesa che le condizioni migliorino.
Si procede a vista nell'isola martoriata: si cercano ancora i dispersi, si spala il fango, si corre per ripristinare un minimo di normalità dove ci sono solo morte e devastazione.
La procura di Napoli ha aperto un fascicolo per disastro colposo, al momento contro ignoti, ma di fatto si trova davanti a un compito immane: l'inchiesta deve esplorare le cause di quel che è accaduto e questo vuol dire immergersi nella storia e nella geografia dell'isola, andando a controllare migliaia di documenti.
Sono almeno tre i filoni di lavoro per i pm: c'è anzitutto il tema dell'abusivismo, le 27-28 mila pratiche di condono che avevano intasato gli uffici dei comuni, più le mille portate in dote dalla sanatoria voluta dal governo Conte nel 2018. Il lavoro è complicato perché ci si trova davanti a situazioni molto diverse: c'è chi aveva costruito fuori dalla legalità una tettoia e chi invece aveva tirato su una villa sontuosa in un luogo in cui i divieti si sprecavano. Soprattutto nella parte alta di Casamicciola, in un territorio fragilissimo e vulnerabile, ma riempito ugualmente di case e casette. C'è chi sostiene che mezza Ischia, calcolando una popolazione di circa 60mila abitanti, sia fuori legge. Si riguarderanno le storie di tutte quelle abitazioni, uno slalom di richieste, pareri, attese interminabili.
Non basta, perché c'è un secondo aspetto, altrettanto inquietante: i fondi non spesi, le opere annunciate ma rimaste come fantasmi, invisibili. Ieri, conversando con il Giornale, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha mostrato un documento del novembre 2010: il governo Berlusconi aveva stanziato 3,1 milioni per «la riduzione dell'erosione e la stabilizzazione dei versanti nel comune di Casamicciola Terme». Dodici anni dopo, siamo ancora a zero, non è stato fatto nulla e al ministero non hanno neppure un disegno, un progetto, un documento preparatorio. Nulla di nulla e allora ritorna la domande delle domande: possibile che uno stanziamento così importante e urgente sia scivolato nel pantano della solita burocrazia che tutto copre, confonde e annulla?
Non è l'unico ritardo inspiegabile, perché altri interventi sono rimasti impantanati nel sistema italiano. C'erano per esempio 200mila euro per la pulizia degli alberi, ma sarebbero rimasti nel cassetto. E c'è da capire, dettaglio sconcertante, perché non si siano fatti gli interventi programmati dopo l'alluvione rovinosa del 2009. Un altro mistero lungo tredici anni.
C'è poi un terzo lato dell'indagine che ha a che fare con i messaggi inviati a pioggia ad autorità varie dall'ex sindaco di Casamicciola Giuseppe Conte, omonimo dell'ex premier. Le mail, 23, disegnavano un quadro preoccupante se non drammatico, ma nessuna autorità le ha prese in considerazione. «Di questi allarmi via Pec - replica uno dei destinatari, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi - ne arrivano a centinaia e arrivano da anni». Insomma, nessuna negligenza, sarebbero stati seguiti i protocolli, in previsione di un'allerta arancione, poi purtroppo la situazione è precipitata.
Polemiche già sentite tante volte, nel catalogo infinito delle disgrazie italiane.I carabinieri con i droni cercano di «fotografare» quel che è accaduto. Intanto, si guarda al cielo: se appena dovesse farsi più scuro, gli abitanti di Casamicciola verrebbero allontanati per qualche giorno.
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