Israele espelle il legale franco-palestinese: ira di Parigi

La motivazione: "Minacce alla sicurezza nazionale". Il disappunto del governo francese

Israele espelle il legale franco-palestinese: ira di Parigi

«Minacce alla sicurezza» nazionale. Con questa motivazione Israele ha deciso di espellere l'avvocato franco-palestinese per i diritti umani, Salah Hammouri, detenuto senza accuse formali in carcere da marzo con l'accusa di commettere reati contro la sicurezza. Una mossa che ha scatenato la reazione piccata di Parigi: il ministero degli Esteri francese ha espresso disappunto. Israele da parte sua ha replicato che Hammouri, 37 anni, aveva «organizzato, ispirato e pianificava attacchi terroristici» contro «cittadini e noti israeliani». Ieri mattina presto l'avvocato è stato scortato dalla polizia a bordo di un volo diretto in Francia, ha riportato la Bbc. Residente a Gerusalemme, Hammouri è stato privato dei suoi diritti di residenza dopo che un tribunale militare israeliano lo ha accusato di essere un membro del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp), sostenendo che «mette in pericolo la sicurezza nella regione».

Israele, Usa e Unione Europea considerano il Fplp un «gruppo terroristico». Dopo quattro mesi di detenzione, Hammouri ha scritto una lettera al presidente francese Emmanuel Macron chiedendo aiuto. Successivamente è stato classificato come «prigioniero ad alto rischio» e trasferito in un carcere di massima sicurezza nel centro di Israele. A fine settembre l'uomo ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la sua detenzione amministrativa. Lo ha concluso dopo 19 giorni, durante i quali sarebbe stato messo in isolamento. Hamouri però da parte sua nega ogni tipo di collegamento con il Fronte. «Ho cambiato sede ma la lotta continua», sono state le sue prime dichiarazioni all'arrivo allo scalo Charles de Gaulle a Parigi dove è stato accolto dalla moglie Elsa, da politici, rappresentanti di ong e sostenitori della causa palestinese. «Ho un'enorme responsabilità per la causa mia e del mio popolo. Non possiamo abbandonare la Palestina. La resistenza è un nostro diritto», ha chiosato. Amnesty International ha condannato la sua espulsione e ha affermato che il legale «sta pagando un prezzo elevato per il suo lavoro di avvocato per i palestinesi».

«Le espulsioni illegali dai Territori palestinesi occupati costituiscono una grave violazione della Quarta Convenzione di Ginevra e un crimine di guerra. Quelle eseguite per mantenere un sistema d'apartheid sono crimini contro l'umanità», ha dichiarato Heba Morayef, direttrice di Amnesty per il Medio Oriente e l'Africa del Nord.

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